Stress? Fatti una risata!
La risata è un comportamento istintivo programmato dai geni umani, attraverso il quale vengono espressi sentimenti e suoni e si eseguono determinati movimenti che sono controllati dalla parte del nostro cervello più primitiva.
Freud, all’interno del suo libro “Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio” (1905) descrive l’umorismo come un atto creativo e liberatorio mediante il quale poter esprimere sentimenti e pensieri associati a vissuti di difficoltà e disagio in forma attenuata senza che questo danneggi l’individuo e gli altri. L’umorismo è considerato alla stregua di un meccanismo di comunicazione che favorisce l’espressione di pensieri, sentimenti, contenuti inconsci, in una forma non traumatica, ma consapevole e tollerabile.
Diverse ricerche hanno dimostrato che lo humor, insomma, aumenta l’intelligenza e la creatività, e che l’umorismo aiuta a preparare la mente ad affrontare eventi stressanti. Uno studio condotto nel 2000 all’University of North Carolina dallo psicologo Arnold Cann, che ha chiesto agli individui coinvolti nei suoi esperimenti di guardare una commedia della durata di soli 16 minuti prima di assistere alla proiezione di un film contenente scene particolarmente cruente, ha dimostrato che lo stress psicologico generato da queste ultime è significativamente ridotto dal fatto di aver visto prima la commedia.
Cosa influisce sull’atteggiamento individuale nei confronti della comicità?
Esistono sicuramente delle disposizioni personali, ma sono molto influenti anche le modalità con cui la famiglia di origine ha vissuto e trasmesso un certo tipo di senso dell’umorismo, i modi di scherzare e di fare battute. Si immagini una famiglia come i Robinson (serie televisiva degli anni ’80), all’interno della quale il capofamiglia ride, scherza e gioca continuamente, anche per spiegare ai figli gli argomenti più delicati. Uno stile genitoriale positivo è associato a un adeguato sviluppo emotivo nel bambino. Il rapporto genitori figi può essere negativamente influenzato da stress, ansia, rabbia e frustrazione e le relazioni familiari disfunzionali possono compromettere il normale sviluppo di competenze sociali con un rischio per la propria autostima.
L’umorismo è una delle caratteristiche più desiderabili che un individuo possa sviluppare in quanto fornisce una strategia alternativa che rende capaci di cambiare prospettiva rispetto a una situazione stressante, reinterpretandola in un nuovo modo, cambiando punto di vista e rendendola meno minacciosa.
Anche le abilità cognitive e intellettive sono importanti nell’atteggiamento verso l’umorismo: quanto più queste sono affinate, tanto maggiore sarà la preferenza per un numero più ampio di stimoli umoristici, oltre che per una loro più profonda complessità. Anche l’autostima sarebbe collegata ad un più vasto ventaglio di stimoli considerati divertenti.
Il senso dell’umorismo, influendo positivamente sulla valutazione degli eventi, attenuerebbe le risposte emozionali e comportamentali negative, favorendo un decentramento e una risposta comportamentale positiva.
Ovviamente un utilizzo eccessivo dell’umorismo denota una strategia disfunzionale per allontanare emozioni e fatti considerati inaffrontabili e non è certo utile al benessere psicologico di una persona.
Quali sono le funzioni dell’umorismo?
Secondo la letteratura l’umorismo permetterebbe di:
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fornire una strategia alternativa che rende capaci di cambiare prospettiva rispetto a una situazione stressante;
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reinterpretare la situazione stressante in modo nuovo, cambiando punto di vista, rendendola meno minacciosa e affrontabile;
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attenuare le risposte emozionali e comportamentali negative, favorendo un decentramento e una risposta comportamentale positiva.
Il senso dell’umorismo è una risorsa con una essenziale funzione adattativa, generatrice di benessere, che opera a favore di una migliore qualità della vita. In condizioni normali l’umorismo funziona come un riduttore dell’ansia; quando questa supera il livello di guardia. L’umorismo sembrerebbe così essere una strategia umana particolarmente efficace nei confronti dei danni psicologici provocati dallo stress.
In alcune ricerche è stato dimostrato che i soggetti che presentano alti punteggi nella misura dell’umorismo dimostrano una bassa correlazione tra eventi critici e stress rispetto a quelli che avevano punteggi bassi ai test sull’umorismo. Il senso dell’umorismo ed il ridere, l’ottimismo ed il pensiero positivo, la forza dell’Io, la sensazione di controllo personale, i meccanismi di difesa dall’ansia, in particolare la negazione sono stati individuati dagli psicologi come strategie di coping che permettono di fronteggiare lo stress (Farnè 1999).
Il senso dell’umorismo aiuta la valutazione e il coping perché tra l’altro, permette di vedere il lato divertente della situazione, di considerarla meno minacciosa e , anche, di farci una risata. Le persone con alto senso dell’umorismo, quando sono stressate, hanno una risposta allo stress più moderata rispetto alle persone prive di questa caratteristica: i campanelli d’allarme sono meno numerosi e il calo delle difese immunitarie è più contenuto.
Il senso dell’umorismo fa parte degli stati mentali positivi che favoriscono il nostro benessere: ma anche serenità, gioia, la benevolenza, la fiducia in se stessi e l’ottimismo sono tutte condizioni che ci fanno valutare gli eventi e affrontare lo stato di stress in modo positivo.
La risata ha inoltre effetti pari all’esercizio fisico perché consente una ginnastica ai muscoli facciali, addominali, delle spalle, del diaframma!
Letture consigliate:
• Bergson H., (1900) Il riso. Saggio sul significato del comico;
• De Vito D., Umorismo in psicoterapia;
• Fata A., (2002) Ridere a … Psico-Pratika: Numero 2 Anno 2002
• Forabosco G., (1994) Il settimo senso, l’umorismo. Ed. Muzzio
• Francescato D., Ridere è una cosa seria, Mondadori, Milano, 2002
• Freud S., (1905) Il motto di spirito
• Freud S., (1927) L’umorismo
• Rod A. Martin, (2006) The Psychology of Humor: An Integrative Approach
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.