Disturbo d’ansia sociale: che cos’è e come si manifesta
Il Disturbo d’Ansia Sociale (o Fobia Sociale) è una condizione di disagio e paura marcata e persistente di trovarsi in situazioni sociali nelle quali vi è la possibilità di essere giudicati negativamente dagli altri, ed è caratterizzata dal timore di mostrarsi imbarazzato, di apparire ridicolo o incapace, ed essere umiliato di fronte agli altri. Tale timore, inoltre, spesso compromette le capacità della persona nella situazione specifica.
La paura di parlare in pubblico: e se lo stress fosse positivo?
Una delle paure più grandi di chi soffre di ansia sociale è relativa al parlare in pubblico: la persona ha il timore di non essere in grado e che, quindi, riceverà una valutazione negativa da parte degli altri. Una diretta conseguenza di questa paura è l’evitamento delle situazioni sociali in cui la persona potrebbe essere valutata dagli altri.
Il sintomo principale della Fobia Sociale è l’ansia, con tutte le sue manifestazioni somatiche, come ad esempio: battito cardiaco accelerato, sudorazione, tremori, rossore in viso, sensazione di confusione, bocca asciutta, ecc. Tutti questi sintomi fisici possono effettivamente portare al verificarsi della minaccia prevista, compromettendo le proprie capacità e, quindi, la propria performance, arrivando a fare la “figuraccia” tanto temuta.
La paura di parlare in pubblico può essere gestita incoraggiando la persona a riformulare il significato che da ai segnali di stress che il corpo ci invia normalmente. Infatti, secondo vari studiosi, il problema alla base di questa paura sarebbe proprio quello di pensare che lo stress e l’ansia siano sempre fattori negativi.
La verità è che i segnali che ci invia il nostro corpo sono semplicemente la modalità attraverso la quale esso ci comunica che stiamo per affrontare una situazione impegnativa. In queste occasioni, infatti, il corpo inizia a mandare più sangue verso i nostri muscoli e più ossigeno al nostro cervello. Questa reazione fisica, che ha il nostro corpo di fronte a uno stress sociale, è la stessa che avrebbe di fronte a un pericolo fisico.
Come sfruttare i vantaggi dello stress
Uno studio ha cercato di comprendere come le persone possano sfruttare i vantaggi dello stress senza farsi vincere dalla paura e dall’ansia.
I ricercatori hanno utilizzato un metodo per indurre lo stress come risposta a una minaccia: è stato chiesto a 69 persone di esporre un discorso di 5 minuti, riguardo i loro punti di forza e i punti di debolezza, avendo solo 3 minuti a disposizione per prepararsi.
Tra i partecipanti allo studio, circa la metà aveva avuto problemi di ansia sociale. Sono stati creati due gruppi, ai quali i soggetti sono stati assegnati in modo casuale. Il primo gruppo è stato informato circa i vantaggi dello stress ed è stato incoraggiato a interpretare i segnali corporei di stress, che vengono suscitati durante il discorso, come normali e benefici. A questo gruppo è stato anche chiesto di leggere una veloce sintesi di tre studi psicologici che mostrano i vantaggi dello stress. Il secondo gruppo, invece, non ha ricevuto alcuna informazione sullo stress.
I partecipanti hanno tenuto la loro presentazione davanti a due giudici, i quali, deliberatamente, hanno fornito dei feedback non verbali di tipo negativo durante tutto il discorso, scuotendo il capo in segno di disapprovazione, toccando i loro appunti e fissando in modo impassibile la persona.
A seguito del discorso, è stato chiesto ai partecipanti di contare all’indietro dal numero 966 a gruppi di sette, per cinque minuti. Anche in questo casi, i giudici hanno fornito feedback negativi per tutta la durata del compito.
Di fronte ai feedback negativi dei giudici, i soggetti che non avevano ricevuto le informazioni riguardanti lo stress, hanno sperimentato una forte risposta di stress, come è stato rilevato dagli indici cardiovascolari. Al contrario, il gruppo che è stato informato sugli effetti benefici delle risposte di stress, ha mostrato una maggiore resistenza alla prova. Queste persone hanno riferito di sentire di avere maggiori risorse per far fronte al compito; e anche gli indici fisiologici hanno confermato queste percezioni.
Inoltre, lo studio ha anche evidenziato che le persone con un passato di ansia sociale e che riferivano di aver avuto maggiori sensazioni di ansia, in realtà, non hanno avuto una maggiore attivazione fisiologica rispetto a coloro che non soffrivano di ansia sociale. Gli autori dello studio affermano come questo risultato sia coerente con la teoria che la nostra percezione di stress dipenda da come noi interpretiamo le nostre risposte fisiche. Dunque, questa ricerca sostiene sperimentalmente uno dei principi cardine della Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale, ovvero che non è l’evento in sé a determinare un comportamento o un emozione, ma l’interpretazione che noi formuliamo di questo evento.
Ne deriva che, aiutando il soggetto a interpretare in modo diverso le situazioni, e quindi ristrutturando i propri pensieri, si possono modificare anche i comportamenti conseguenti.
Questa prospettiva, inoltre, permette di correggere l’errata concezione dello stress quale fattore esclusivamente negativo, promuovendo risposte che consentano di avere prestazioni ottimali, nonostante la normale attivazione fisiologica da stress.
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.