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Dimenticare le chiavi di casa, gli occhiali al lavoro o la lista della spesa, a chi non capita?

 

Tuttavia con l’aumentare dell’età queste dimenticanze possono aumentare di frequenza, facendo  spaventare. Non sempre si accettano volentieri perchè si può avere la sensazione di non riconoscersi in questi comportamenti.


Per non spaventarsi troppo rispetto a tali dimenticanze è bene poter differenziare tra quella che è chiamata smemoratezza benigna e una vera e propria patologia.

 

Nella smemoratezza benigna infatti si può notare un rallentamento nell’efficienza del nostro cervello, ma senza una compromissione seria della qualità della vita.

 

Quando si parla di patologia invece si notano gravi compromissioni nel portare a termine le attività della quotidianità, nella percezione del mondo esterno, stati di confusione e cambiamenti a livello di personalità (depressione, sospettosità, rabbia).

 

La smemoratezza benigna si manifesta a causa  da un deterioramento fisiologico del nostro cervello che con il passare del tempo subisce una lenta e progressiva perdita dei neuroni che lo formano.

 

La buona notizia è però che il nostro cervello è un organo plastico e dinamico, ovvero capace di ri-organizzarsi in seguito ai cambiamenti e far in modo che i neuroni rimasti si adattino a compiere le funzioni di quelli che si sono persi.

 

E’ la famosa esperienza! Se invecchiando non si può essere scattanti e veloci nei ragionamenti come da giovani, ci si può privilegiare del vantaggio dell’esperienza data dagli apprendimenti fatti nel corso della vita.

 

Invecchiare non è quindi sinonimo di malattia e di decadimento e non c’è un modo uguale per tutti di invecchiare.

 

Uno  stile di vita positivo, mantenere contatti sociali con l’esterno, una buona vita affettiva, il poter mantenere viva la curiosità nei confronti di ciò che accade, l’avere un hobby sono tutte variabili che influiscono sul processo di invecchiamento.

 

Il mondo dell’arte e della letteratura ci forniscono molti esempi di ilustri anziani creativi e vivaci: Verdi mette in scena un’opera, il Falstaff quando ha ottantanni, il pittore Tiziano dipinge anche da ultranovantenne e lo scrittore Camiller, classe 1925, continua a scrivere libri di successo. Questi sono solo alcuni esempi di personaggi noti, ma ognuno di noi ha sicuramente qualche vivace  anziano da citare.

 

Con il prolungarsi della vita media, la vera sfida non è tanto diventare vecchi ma invecchiare restando vivaci di testa e produttivi. Ormai riuscir a invecchiare non è così difficile, specie da italiani, visto che per longevità siamo secondi solo alla Svizzera, insieme al Giappone.

 

Come possiamo fare?

 

Dal momento che il nostro cervello è anche un muscolo, allenandolo è possibile tenerlo in forma e favorire la sua naturale plasticità e capacità di adattarsi ai cambiamenti.

 

Gli esercizi di stimolazione cognitiva presentati durante il corso di ginanstica della mente rappresentano un metodo utile per allenare il nostro cervello. Questi esercizi stimolano la memoria e la capacità e la velocità nei ragionamenti, in modo da poter stimolare le attività cognitive presenti e residue. Una volta imparati, inoltre,  possono essere ripetuti con facilità anche nella vita di tutti i giorni.

 

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