Cos’è l’ipocondria o ansia da malattia
L’ipocondria rientra nei disturbi di tipo psicosomatico: si tratta di un atteggiamento psichico caratterizzato da una costante apprensione per la propria salute e dall’ansiosa o addirittura ossessiva tendenza a sopravvalutare i minimi disturbi.
È solitamente basata sulla errata interpretazione di uno o più segni o sintomi fisici.
Si parla di ansia di malattia solo se dopo una valutazione medica completa è emerso che non c’è nessuna condizione medica nella persona che possa spiegare i sintomi fisici.
L’aspetto principale di questo disturbo è che la paura ingiustificata di avere una malattia persiste anche dopo le rassicurazioni mediche.
I sintomi dell’ipocondria
Chi soffre di ipocondria nutre delle preoccupazioni riguardo a:
- funzioni corporee come ad esempio il battito cardiaco
- alterazioni fisiche lievi, per esempio un raffreddore o una piccola ferita
- sensazioni fisiche ambigue e poco specifiche come ad esempio sentirsi il “cuore affaticato”
La persona attribuisce questi sintomi alla malattia che pensa di avere e si preoccupa molto per il loro significato. L’ipocondria può riguardare la preoccupazione per più apparati simultaneamente oppure per un organo specifico.
Ad ogni minimo segnale corporeo la persona ipocondriaca si sottopone ad esami medici anche molto costosi, ma questi non la rassicurano mai e spesso non sono soddisfatti delle cure che ricevono e si rifiutano di rivolgersi a psicoterapeuti o servizi specializzati perché non riconoscono la natura psicologica del problema.
Questi soggetti non si allarmano solo per i sintomi del proprio corpo, ma si spaventano solo a sentir parlare di una determinata malattia o se vengono a sapere che qualcuno si è ammalato. Un’altra importante fonte di allarme sono le notizie dei media o la divulgazione scientifica.
Questo disturbo può intaccare relazioni e vita quotidiana. Spesso il soggetto diventa completamente invalido a causa delle sue paure delle malattie.
Quali sono le fasce a rischio ipocondriaco
L’ipocondria colpisce i bambini molto raramente, inizia ad essere più frequente nell’adolescenza e nella vecchiaia. Si può trovare sia negli uomini che nelle donne, ma è maggiormente presente in quest’ultime.
Se questo disturbo non viene trattato, tende a diventare più grave con il passare del tempo. La risoluzione senza l’aiuto di qualcuno di solito avviene solo nel 10% dei casi.
Le cause dell’ipocondria
Secondo alcuni studi un fattore di rischio per lo sviluppo dell’ipocondria potrebbe essere aver sofferto di malattie gravi durante l’infanzia o aver vissuto la malattia di una persona molto vicina.
A ciò si aggiungono anche i vantaggi secondari per un malato: attenzione da parte dei familiari, evitamento di responsabilità e impegni.
Secondo altri studi questo disturbo potrebbe derivare da gravi traumi infantili o situazioni stressanti durante l’attaccamento.
L’ipocondria è un malessere dei nostri tempi e della nostra tendenza a ricercare sempre un benessere assoluto.
Come si cura l’ipocondria
Nella cura di questo disturbo la terapia che è sembrata essere più efficace è quella cognitivo-comportamentale. Solitamente è una terapia breve con un incontro a settimana. Lo scopo è quello di modificare i pensieri disfunzionali rispetto ai minimi sintomi del proprio corpo e promuovere dei comportamenti più funzionali per spezzare il circolo vizioso dell’ansia per la malattia.
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.