Passare dall’essere una coppia all’essere una famiglia rappresenta un momento di crisi e di grandi cambiamenti sia per la coppia stessa che per la persona. Infatti, per diventare genitori bisogna affrontare alcuni passaggi fondamentali, tra cui modificare i ruoli e le funzioni familiari e lavorative, rivedere le dinamiche relazionali della coppia e costruire nuovi modelli di interazione basati sulla relazione che era presente durante l’infanzia tra la persona e i propri genitori.
Il processo di costruzione della funzione genitoriale è influenzato da molti fattori, tra il quali la qualità della relazione di co-parenting. Questa è un processo bidirezionale, in cui le azioni di un partner condizionano e sono condizionate dalle azioni dell’atro e determinano il grado di coordinazione che questi hanno nello svolgere il loro ruolo di genitori. Non solo i comportamenti, ma anche le rappresentazioni mentali di entrambi i membri della coppia entrano in gioco nel momento in cui questi assumono il ruolo di genitori. La persona, quindi, ripercorre inconsciamente le sue prime esperienze di attaccamento e di accudimento attivando o, nel caso in cui si riaffaccino ricordi traumatici, disattivando le risorse necessarie per essere un buon genitore.
Relazione tra capacità genitoriale e le cure ricevute durante l’infanzia
La relazione che il genitore aveva con i propri genitori durante l’infanzia è definita legame di attaccamento ed ha un forte impatto sulle sue modalità future di accudimento del figlio e sul tipo di legame di attaccamento di quest’ultimo. Per indagare questo aspetto viene utilizzata un tipo di intervista chiamata Adult Attachment Interview (AAI) che rileva lo stato della mente del genitore rispetto all’attaccamento, cioè il tipo di legame di attaccamento che questi mostrava in infanzia. In modo particolare:
- Un bambino con attaccamento sicuro diventerà un adulto con stato della mente autonomo, in grado di rispondere in maniera sensibile, pronta e coerente ai bisogni del figlio.
- Un bambino con attaccamento evitante diventerà un adulto con stato della mente distanziante/rifiutante, irritato per le richieste emotive del figlio e che non cerca di comprendere lo stato mentale del bambino, ma impone i suoi punti di vista su come dovrebbe comportarsi.
- Un bambino con attaccamento ambivalente diventerà un adulto con stato della mente preoccupato/invischiato, concentrato sul chiedersi se il bambino lo accetti piuttosto che impegnarsi a sintonizzarsi sui bisogni del figlio.
- Un bambino con attaccamento disorganizzato diventerà un adulto con stato della mente irrisolto/disorganizzato, con traumi non risolti o lutti non elaborati. Questo tipo di genitore può essere assente, frustrante, violento, intrusivo e trascurante.
Legame di attaccamento: perchè è così importante?
Il legame di attaccamento è così importante anche per via delle innumerevoli funzioni importanti che svolge, prima fra tutte la regolazione delle emozioni.
Attraverso un’esperienza di regolazione e co-regolazione, infatti, il bambino apprende a riconoscere e a regolare le proprie emozioni. Inizialmente è il genitore che dall’esterno aiuta il bambino, attivando alcuni tipi di emozioni positive e disattivandone altre troppo intense; successivamente il bambino impara a regolarsi autonomamente e non necessita più del supporto dell’adulto.
Il tipo di legame di attaccamento presente tra bambino e genitore gioca quindi un ruolo molto importante, in quanto influenza il modo in cui il bambino apprende ad autoregolare le proprie emozioni e a far fronte a situazioni stressanti e potenzialmente traumatiche. Ad esempio, un bambino con un legame di attaccamento di tipo disorganizzato con una madre che soffre di depressione può sperimentare ripetuti stati di disregolazione delle emozioni caratterizzati da rabbia e tristezza che potranno poi portare ad eccesso o ad una diminuzione significativa delle sue capacità di autoregolazione.
Relazione primaria tra madre e figlio
Un altro aspetto che influenza moltissimo lo sviluppo del bambino è la relazione primaria tra madre e figlio, la quale è mediata da meccanismi epigenetici. L’approccio epigenetico sostiene che esistano influenze interne ed esterne al bambino, sperimentate dalla gestazione fino ai primi anni di vita, che possono modificare l’espressione del DNA. Il periodo prenatale e il periodo perinatale sono quindi momenti particolarmente importanti e critici, in cui le esperienze ambientali precoci possono avere effetti a lungo termine sul comportamento e sul sistema nervoso del bambino. Ad esempio, un’esperienza traumatica precoce sottopone il bambino ad un livello elevato di stress. Se questa situazione non viene seguita una risposta adeguata di adattamento può provocare modifiche in alcune aree del cervello del bambino, portando a diversi tipi di alterazioni comportamentali: deficit cognitivi, deficit di memoria, disturbi dell’umore (come ansia e depressione), impulsività e disturbi del controllo emozionale.
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.