DOC: Aiutiamo anche i più piccoli
È spesso un pensiero comune quello di associare i disturbi ossessivo compulsivi a persone adulte, ma il DOC può presentarsi anche nei più piccoli, i quali, però, hanno la tendenza di nascondere i propri sintomi anche ai propri genitori, spesso per vergogna dei loro comportamenti e per paura di apparire “strani” agli occhi altrui.
Il primo atteggiamento dei bambini è minimizzare il loro problema ed è, dunque, per questo che i genitori vengono invitati ad intercettare rapidamente anche il più sottile disagio del proprio figlio, anche quando questo è attivamente sottaciuto. Tuttavia, è vero anche che sono molti i genitori che, invece, assecondano la sintomatologia del figlio, adeguandosi alla tirannia del disturbo ossessivo compulsivo.
Ciò avviene anche negli adulti, poiché spesso le persone che circondano i possessori di un DOC sono portati ad agevolarne i sintomi, poiché non a conoscenza degli strumenti giusti per opporsi ad esso. Coi bambini, però, un comportamento del genere è particolarmente influente ed incisivo sul disturbo, poiché i genitori rappresentano per i più piccoli dei veri e propri modelli, oltre che la base sicura su cui contare nei momenti di difficoltà, quindi se sono gli adulti stessi a rinforzare il comportamento dettato dal DOC, i bambini saranno maggiormente portati a riprodurre e cronicizzare quella determinata compulsione.
Bambini e disturbo ossessivo compulsivo: i segnali da tenere sotto controllo
La situazione può rischiare di riversarsi anche nell’atmosfera familiare, alimentando la sofferenza del bambino con DOC e di chi gli sta a fianco. Ciò che può essere un buon punto di partenza per non arrivare a livelli eccessivi di disagio familiare, è cercare di capire il ruolo e le responsabilità che ogni membro della famiglia ha.
Dopo questa prima fase di analisi, si potrebbe passare alla messa in pratica di alcuni atteggiamenti che siano costruttivi nella lotta contro il disturbo ossessivo compulsivo. Capita spesso che il DOC sfrutti proprio certe regole familiari, portandole a livelli estremi. Attenzione, però, la trasmissione di valori familiari non è ostacolante, non sono questi la causa del problema, bensì rappresentano quel qualcosa su cui aggrapparsi e far leva, fino ad intaccare pienamente la vita del bambino. È questo il principale motivo per cui una delle prime azioni richieste ai genitori di figli con DOC è proprio quella di, individuare e poi abbandonare o modificare determinate regole familiari.
Il secondo passo per far fronte al disturbo ossessivo compulsivo nei piccoli è quello di individuare altre fragilità presenti nel nucleo familiare. Infatti, la maggior parte delle volte che un bimbo presenta il DOC, vi sono altri membri della famiglia, spesso adulti, a mostrare delle difficoltà specifiche. Queste andrebbero affrontate in qualche modo, poiché i bambini sono particolarmente empatici e colgono senza difficoltà l’ipocrisia di un genitore che spinge il proprio figlio a seguire una terapia, nonostante lui stesso cerchi di evitarla per sé.
Ciò vuol dire che per supportare un proprio familiare, sia necessario interrogarsi anche su sé stessi. Addentrandoci più sul pratico, un’ulteriore accortezza per aiutare un figlio con DOC è da porre sulle attenzioni che gli si rivolgono. Quello che ogni bambino spesso cerca nella relazione con il genitore è semplicemente attenzione da parte sua. Di conseguenza, se il bambino riuscisse ad ottenerla tramite comportamenti reputati inadeguati dal genitore, sarebbe ugualmente una vittoria per lui, poiché riuscirebbe comunque ad avere il riguardo della sua mamma o del suo papà nei suoi confronti. In fondo è meglio una sgridata piuttosto che non essere considerati.
In tal modo, quindi, il comportamento scorretto verrebbe rinforzato da parte del genitore e, dunque, nuovamente ripetuto.
Disturbo Ossessivo Compulsivo in un bambino: alcuni consigli
Basandosi su questo presupposto, va da sé che una delle azioni più congeniali sarebbe quella di dar rilevanza, attraverso un premio, solo ai comportamenti che si vorrebbe veder ripetuti dal figlio, togliendola, invece, a quelli che si vorrebbe non veder più verificati.
Il premio da poter donare, quindi, sarebbe semplicemente l’attenzione, elargita in varie modalità: con premi tangibili come giocattoli o libri, con privilegi, ad esempio permettendo di guardare mezz’ora di TV in più o andando a dormire più tardi del solito, oppure con lodi e incoraggiamenti, quali posso essere il complimentarsi del lavoro fatto o il dare un abbraccio.
L’attenzione è uno strumento da poter usare in vari modi, dandola con modalità diverse oppure modulandola in modo da non associarla ai comportamenti inadeguati assunti dai propri figli. Ovviamente, però, è fondamentale che non si esageri con l’ignorare il bambino, rimanendo sempre attenti e vigili su ogni genere di pericolo a cui può andare in contro.
Uno degli atteggiamenti maggiormente consigliati ai genitori di bambini con DOC, è lo scaffolding, termine che in inglese vuol dire “impalcatura” o “ponteggio” con riferimento ai termini edilizi. In ambito psicologico e pedagogico, invece, vuol dire aiutare i bambini ad effettuare un compito, risolvere un problema o raggiungere un obiettivo. Più nello specifico, nel caso dei DOC nei più piccoli, si tratta di aiutare a compiere esercizi di esposizione programmata e non programmata, incoraggiando a prendersi le responsabilità dei propri comportamenti e al contempo veicolando un messaggio di fiducia nelle capacità dei bambini di poter controllare il DOC, fornendo, inoltre, le condizioni ambientali minime perché gli esercizi abbiano buon esito.
Di seguito è possibile trovare una tabella costruita per aiutare i genitori di figli con disturbo ossessivo-compulsivo a tener traccia dei comportamenti che intendono premiare nel figlio, di modo da rendersi maggiormente conto di ciò che è meglio per il bambino.
Infatti, spesso i genitori tendono a confondere i sintomi del DOC con comportamenti corretti, proprio perché derivano da regole e valori familiari e, dunque, meno facili da cogliere. Ad esempio, se un bambino ha un disturbo ossessivo compulsivo che lo spinge ad riordinare compulsivamente tutto, non sarà facile per il genitore capire il confine tra la compulsione e l’azione rientrante nella normalità. Questa tabella serve proprio ad avere un quadro più chiaro dei comportamenti da premiare nel bambino, differenziandoli da ogni loro stessa sfumatura.
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.