Che cosa è l’orgasmo
Per definire l’orgasmo femminile è necessario fare una distinzione tra il livello fisiologico e il livello soggettivo.
A livello fisiologico l’orgasmo è derivato dal riflesso generato dalla stimolazione dei nervi sensoriali che sono situati nella clitoride e da altre aree come i capezzoli e l’accesso vaginale. Le contrazioni che causano il riflesso sono generate dall’utero, dalla vagina e dallo sfintere rettale, generano inoltre un’ipertonia generalizzata che provoca la contrazione dei muscoli dei glutei e di quelli addominali. A livello soggettivo le sensazioni vengono vissute differentemente da ogni donna ed è caratterizzata dal provare un accumulo di tensione che poi viene liberata e da un periodo di elevata eccitazione che si traduce in un improvviso rilassamento e sollievo (definita risoluzione).
È una sensazione unica e riconoscibile e le donne che sostengono di non averlo mai provato soffrono di quella che viene definita anorgasmia.
Un tempo era definita frigidità, ma il termine è stato considerato non scientifico e dispregiativo.
L’orgasmo femminile, come già detto, è una esperienza soggettiva; differisce per la quantità della stimolazione necessaria per produrre un orgasmo. È una sensazione che differisce non solo tra donne diverse (alcune riescono a raggiungerlo con pochi movimenti coitali, altre necessitano di una lunga stimolazione della clitoride per raggiungerlo; alcune riescono a raggiungerlo persino con un bacio, da semplici carezze o dalle fantasie e dai sogni), ma anche nella stessa donna. La possibilità di raggiungere o meno l’orgasmo in modi differenti sono le normali variazioni della risposta sessuale delle donne.
La clitoride è un organo situato all’estremità in alto all’interno delle piccole labbra, ha un’estensione esterna di circa 1-2 centimetri ed ha una capacità erettile che ne determina l’ingrossamento e la protrusione durante la fase di eccitamento. È stato da poco scoperto che la clitoride ha anche una protrusione interna, un “bulbo” che secondo il ginecologo Gräfenberg è corrispondente al al famoso punto G responsabile dell’apice di sensibilità endovaginale. Per questa ragione pare che la clitoride sia l’unica responsabile sia dell’orgasmo clitorideo che di quello vaginale, che prima erano considerati distinti e separati.
La conoscenza del meccanismo biologico aiuta a comprendere il funzionamento della fase eccitatorio-orgasmica, ma questo non è sufficiente. Infatti ci sono delle pre-condizioni che ne permettono il raggiungimento, come fattori mentali, culturali, etiche, emozionali ed affettive. Ciò che differenzia l’orgasmo maschile da quello femminile è che quest’ultimo non è accompagnato dalla fase di inevitabilità che invece caratterizza l’orgasmo maschile.
Infatti, la donna deve favorire e assecondare il piacere orgasmico fino all’effettivo raggiungimento del suo culmine, altrimenti è in grado di arrestarlo e inibirlo in qualsiasi momento. L’orgasmo maschile è caratterizzato da un periodo di inevitabilità durante il quale non è più possibile regredire dall’impulso pro-orgasmico; potendo invece la donna inibire l’orgasmo fino all’ultimo momento questo rende l’orgasmo femminile vulnerabile.
Inoltre, a differenza delle donne che potrebbero raggiungere più orgasmi consecutivi, gli uomini dopo l’orgasmo attraversano un periodo refrattario durante il quale non sono in grado di riprendere il rapporto. Infine, similmente all’eiaculazione maschile, alcune donne sono in grado di produrre una certa emissione secretoria orgasmica.
Che cosa è l‘anorgasmia
Cioè che caratterizza il disturbo dell’orgasmo femminile è il persistente o ricorrente ritardo, o addirittura l’assenza, dell’orgasmo durante una normale fase di eccitazione sessuale ed è dovuta all’inibizione specifica della componente orgasmica durante la reazione sessuale.
Spesso l’incapacità di raggiungere l’orgasmo è stata erroneamente considerata come inadeguata, questo ha provocato nella donna (e nel partner) delle emozioni negative, il senso di angoscia depressiva, il disagio dovuto la tristezza e il senso di colpa. Come è stato detto in precedenza, l’orgasmo è stato enfatizzato per molto tempo dagli uomini, ciò li ha portati a definire frigide o anormali le donne che non erano in grado di raggiungere l’orgasmo durante le prestazioni sessuali con loro. Le sensazioni di inadeguatezza, appena descritte, delle donne che si rivolgono ad uno specialista riguardano proprio il fatto che spesso sono i solo compagni a inviarle dal sessuologo perché definiscono “non normale” il raggiungimento dell’orgasmo solo per stimolazione clitoridea.
L’anorgasmia può essere classificata in quattro tipologie principali:
- acquisito, in cui la donna ha sviluppato il disturbo dopo avere provato in passato l’orgasmo;
- situazionale, qualora lo scarso desiderio sessuale sia presente con un solo partner o solo in determinate circostanze;
- generalizzato, quando lo scarso desiderio sessuale è presente costantemente e al variare dei partner;
- permanente, per i casi in cui la donna non ha mai raggiunto l’orgasmo da sola o con il partner con qualsiasi tecnica di stimolazione.
Non ci sono comunque dati precisi relativi alle donne che raggiungono l’orgasmo.
Tuttavia, chi soffre di disfunzione orgasmica attraversa tutte le fasi del ciclo sessuale, ha un normale desiderio sessuale, una normale lubrificazione, prova piacere durante i preliminari sessuali e durante a penetrazione attraversa delle sensazioni erotiche piacevoli, ma questo non è sufficiente a far scattare il riflesso e a raggiungere l’orgasmo.
L’anorgasmia come problema per la coppia
L’orgasmo femminile è considerato possibile e indispensabile per il buon funzionamento sessuale della coppia.
Quando l’anorgasmia femminile entra a far parte delle dinamiche della coppia questo si traduce in condotte sessuali focalizzate al caparbio raggiungimento dell’orgasmo, identificandolo come evento rassicurante e liberatorio sia per la donna che per l’uomo.
Questo atteggiamento sessuale incentrato esclusivamente sul raggiungimento dell’orgasmo quando diventa eccessivo diventa fonte di ansie forti e ripetute, poiché si entra in un circolo vizioso in cui l’aspettativa orgasmica accresce l’ansia e questo finisce per contrastare e allontanare il raggiungimento dell’orgasmo stesso.
Questo circolo vizioso per la donna viene percepito sempre di più come un problema senza una soluzione e tutto quello che si fa per risolverlo in realtà non fa altro che peggiorarlo.
Raggiungere un orgasmo non può essere un atto di volontà, poiché non è una reazione che può essere provocata a comando; l’orgasmo non può essere vissuto o pensato come una meta possibile in qualsiasi momento si ritenga più opportuno di una prolungata percezione di godimento e di piacere, questo non fa altro che far vivere il rapporto come mirato solo ad ottenere l’orgasmo e ne impedisce il raggiungimento.
Per molte donne questo atteggiamento ottiene risultati positivi ed è naturale, mentre per altre è fonte di paure, ansie e condizionamenti che frenano e impediscono la capacità della donna di abbandonarsi al piacere sin dall’inizio del rapporto sessuale oppure sono in grado di provare sensazioni piacevoli e di godimento inizialmente ma, quando realizzano che sta per arrivare il momento, hanno un blocco.
Quando si entra nel circolo vizioso si mettono in atto dei comportamenti tali per cui non riescono più ad abbandonarsi e a favorirlo; pur volendolo molto fortemente non vogliono concedersi di raggiungerlo o non se ne riconoscono capaci oppure se ne astengono volutamente pur ritenendolo una cosa positiva.
All’interno della coppia ogni atto volto all’orgasmo, posticiparlo per quanto riguarda l’uomo anticiparlo per quanto riguarda la donna, determina l’effetto contrario a quello desiderato tramite la provocazione della reazione inversa. Anche il partner vive spesso un’eccessiva preoccupazione per l’orgasmo femminile in quanto vive il raggiungimento dell’orgasmo della sua partner come una conferma delle proprie abilità e potenzialità sessuali. Questo porre l’accento sull’aspetto delle capacità e sulla conseguente abilità nel rapporto producono una perdita della spontaneità e naturalezza della situazione.
La terapia sessuologica sarà preposta all’analisi delle cause che determinano questo atteggiamento, che talune volte è anche inconsapevole, ed è importante per poter mettere in atto un approccio terapeutico efficace, utile, rapido e accettabile per la singola donna e anche per entrambi i membri della coppia.
Cause dell’anorgasmia, il disturbo dell’orgasmo femminile
L’anorgasmia femminile può derivare da diversi fattori causali, di tipo medico-farmacologico e psicologico.
Per quanto riguarda le cause mediche e farmacologiche potrebbe essere causata da:
- malattie dell’ipofisi, come l’ipopituitarismo;
- transezione completa del midollo spinale, con pazienti paraplegici e tetraplegici;
- malattie endocrine, come la Malattia di Addison (insufficienza surrenale);
- antidepressivi SSRI (Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), come Eutimil (Paroxetina), Seroxat (Paroxetina), Sereupin (Paroxetina), Daparox (Paroxetina);
- antidepressivi MAOIs (Inibitori delle Monoamine-Ossidasi), come Parmodalin (Tranilcipromina), Nardil (Fenelzina);
- antidepressivi triciclici, come Anafranil (Clomipramina), Tofranil (Imipramina), Trittico (Trazodone), Laroxil (Amitritiptilina);
- neurolettici tipici, come Largactil (Clorpromazina), Prozin (Clorpromazina), Talofen (Promazina);
- anfetamine e cocaina.
Per quanto riguarda le cause psicologiche l’anorgasmia può essere riconducibile a:
- informazione sessuale inadeguata, che crea aspettative erronee o negative riguardo al rapporto sessuale;
- scarsa conoscenza della propria sessualità e del proprio corpo, come una assenza di una storia di masturbazione;
- educazione familiare e/o religiosa rigida e sessuofobica, creando convinzioni che rendono difficoltoso il rapporto con il proprio corpo, con la propria sessualità e con il sesso in generale;
- omofobia interiorizzata;
- traumi sessuali pregressi, come una storia di abuso sessuale e/o fisico o un aborto;
- difficoltà verso le novità, alcune donne, in presenza di nuovi partner, presentano un’iniziale incapacità di lasciarsi andare;
- timore di perdere il controllo, come la paura di dire o fare qualcosa di sconveniente e/o di lasciarsi andare durante i rapporti sessuali non favorisce il rilassamento e lo stato di abbandono necessario per sperimentare l’orgasmo;
- ansia da prestazione, ovvero quando la donna insegue continuamente l’orgasmo come dimostrazione di normalità e di amore per il partner, così che l’ansia finisce per inibire l’orgasmo e mantenere il disturbo;
- inadeguato rapporto con il partner, in cui la scarsa intimità e/o l’alta conflittualità sfocia in una maggiore rigidità durante i rapporti;
depressione.
Trattamento del disturbo dell’orgasmo femminile
Il trattamento cognitivo-comportamentale è molto efficace, attraverso l’utilizzo di diversi tipi di strategie permette alla paziente di ricostruire i pensieri negativi che stanno alla base del disturbo. Il trattamento dell’anorgasmia è per molti versi simile al trattamento del disturbo da desiderio ipoattivo. Alcune di queste sono:
- la psicoeducazione, che analizza diverse competenze come la conoscenza dell’anatomia sessuale e il suo ciclo di risposta (ovvero le fasi del funzionamento erotico), la comprensione dei fattori psicologici e fisiologici coinvolti nel rapporto sessuale, il miglioramento della consapevolezza del proprio corpo (attraverso l’esplorazione visiva e cinestetica) e l’esame di tutte le credenze e i miti relativi al sesso;
- il training di abilità sessuali, utili a produrre cambiamento e a rinnovare il rapporto di coppia per uscire dal circolo vizioso negativo;
- la psicoterapia di coppia, infatti la collaborazione del partner può contribuire a ridurre o alleviare le aree di conflitto, in modo da permettere un buon avvicinamento fisico ed emotivo nella coppia;
In aggiunta a queste sono previste altre strategie, come:
- la ristrutturazione cognitiva, che prevede la messa in discussione dei meccanismi di “censura” adottati nel tentativo di “non perdere il controllo della situazione” che non permettono di raggiungere l’orgasmo;
- il training per la riduzione dell’ansia e tecniche di rilassamento;
- il miglioramento della comunicazione e dei rapporti interpersonali all’interno della coppia, infatti durante l’attività sessuale, le donne e i loro partner hanno spesso difficoltà a facilitare l’eccitazione, mediante la comunicazione reciproca del tipo di stimolazione preferita, con il risultato che spesso i partner non si sentono in sintonia l’uno con l’altra;
- l’uso di fantasie sessuali associate agli esercizi di Kegel, questi esercizi servono per tonificare e rafforzare i muscoli che formano il pavimento pelvico (muscoli pubo-coccigei); la salute e il benessere di questi muscoli giocano un ruolo vitale nell’eccitazione sessuale e nell’orgasmo, come pure in altre funzioni corporee; l’impiego degli esercizi di Kegel per aumentare il tono della muscolatura vaginale non sembra contribuire molto alla produzione dell’orgasmo però l’accoppiamento di tali esercizi con l’uso di fantasie sessuali sembra essere maggiormente efficace delle sole fantasie;
- le tecniche di sensibilizzazione focalizzata, la donna, da sola e insieme al partner, impara a toccarsi nel modo che preferisce al fine di raggiungere l’orgasmo;
- la diminuzione del supercontrollo involontario del riflesso orgasmico, un protocollo basato sugli esercizi di esplorazione del corpo.
Il trattamento si differenzia a seconda del fatto che l’anorgasmia sia primaria o secondaria.
Nel primo caso è prevista la psicoterapia individuale con l’ausilio di strategie che partono dalla mappatura delle zone erogene, ovvero dalla diretta e graduale esplorazione tattile del proprio corpo e dalle sensazioni erotiche che ne derivano, il lavoro sulle proprie fantasie e la masturbazione; tutto questo coinvolgendo il partner.
Quando invece l’anorgasmia è di tipo secondario si focalizza sulle dinamiche del rapporto di coppia, analizzando i conflitti e lavorando sulla comunicazione sessuale tra i partner e sulla condivisione delle fantasie erotiche.