È un giorno qualunque come gli altri e come tutti i giorni saliamo in macchina per recarci a lavoro. Prima di raggiungere la sede lavorativa, però, ci fermiamo dal tabaccaio, dunque parcheggiamo e scendiamo dall’auto. Facendo qualche passo, prendiamo il telecomando e chiudiamo la macchina. Continuiamo a camminare ancora per poco, quando ci sorge il dubbio non aver sentito il rumore della chiusura dell’automobile. La luce sul telecomando ci sembra proprio si sia illuminata però, segno che il telecomando ha fatto la sua funzione. Eppure, il pensiero che la macchina possa essere rimasta aperta non si allontana ma, anzi, si fa sempre più forte nella nostra testa. Dopo tutto, quanto ci costa andare a ricontrollare? Solo qualche passo. Così, eccoci vicino alla macchina a tirare anche più di una volta la maniglia della nostra portiera. La comodità della funzione del telecomando ora ci appare secondaria, perché siamo più tranquilli a controllare personalmente che la macchina sia veramente chiusa.
Una situazione ormai quasi stereotipata quella appena descritta. Motivo di risa di amici, protagonista di sketch comici e perfino di meme sui social. Probabilmente, però, la sua parte divertente risiede proprio nel fatto che è una scena in cui è facile rispecchiarsi, che coinvolge molte persone.
Quello che rappresenta non è altro che un’ossessione seguita da una compulsione. La prima, nel nostro caso, è il pensiero continuo che la macchina possa essere rimasta aperta, un pensiero invadente che genera effetti sgradevoli come una continua tensione. La compulsione, invece, è l’azione che consiste nel tornare a ricontrollare da vicino che la macchina sia chiusa. Le compulsioni rappresentano un tentativo di affrontare il sentimento spiacevole nato dall’ossessione. Magari l’esempio dell’auto non permette ad alcune persone di sentirsi rappresentate, ma ossessioni e compulsioni non riguardano solo l’ambito del controllo, sono molte le tematiche che possono interessare. Le più frequenti ossessioni sono inerenti alla pulizia e al lavaggio, all’aggressività, alla sessualità, alla religione e all’ordine. Le compulsioni più comuni, invece, sono l’accumulo di oggetti, la ripetizione e/o il contare. Oltre a queste, però, altri ambiti possono essere protagonisti di pensieri e azioni ripetitive.
Quando ossessione e compulsione diventano una cosa seria?
Come si è potuto evincere dalla situazione portata come esempio, le ossessioni e le compulsioni possono essere parte di noi senza recarci particolari disturbi. Ma in certi casi la situazione può diventare più invasiva di quanto si possa pensare, fino ad interessare più sfere della vita e, nei casi più gravi, tutte.
I pensieri intrusivi possono farsi sentire nella mente ovunque, in ogni circostanza, portando a vivere una vita che presenta molte restrizioni. È proprio in questi casi che si può parlare di DOC: disturbo ossessivo-compulsivo.
Ma come nascono i DOC? Come molte delle questioni che riguardano la mente umana, anche la risposta a questa domanda potrebbe definirsi complessa. La causa di tale disturbo non è certo una sola, ma si possono identificare dei fattori di rischio che facilitano l’insorgenza di queste fatiche. Di seguito sono presentati:
- L’eredità. Questo tipo di fattore di rischio può avere una valenza molto ridotta se si fa riferimento alla genetica, ma nel momento in cui ci si dovesse riferire all’eredità di tipo psicologico, allora questa potrebbe avere un peso maggiore per la mente. L’eredità psicologica, chiamata anche apprendimento per modello, non è altro che l’influenza che il comportamento genitoriale può avere sul figlio, fungendo da esempio per esso. Essere esposti ad un genitore con comportamenti tipicamente ossessivo-compulsivi, può facilitare la nascita della stessa problematica.
- L’educazione. Considerare l’educazione ricevuta come un fattore determinante dei DOC, non vuol dire affibbiare ai genitori la causa di questo disturbo poiché, come anticipato, la questione non dipende certamente da un unico motivo. Tuttavia, vi sono particolari stili genitoriali che hanno riscontrato un’elevata correlazione con i DOC. Genitori con grandi aspettative nei confronti dei figli, severi e che non permettono errori, punitivi anche per sfide insignificanti, possono portare i figli ad assumere atteggiamenti timorosi e insicuri, ma anche eccessivamente pretenziosi nei propri confronti, tanto da far qualunque cosa pur di non sbagliare.
Anche uno stile genitoriale dove predomina la trasmissione dell’ansia può essere precursore di disturbi ossessivo-compulsivi. L’iper-protezione nei confronti dei propri figli li limita nella sperimentazione di nuove esperienze, rendendoli passivi per il timore di poter sbagliare. - Situazioni di vita difficili. Eventi che si sono rivelati essere traumatici per sé, come l’aver subito bullismo, un lutto non elaborato correttamente o violenze sessuali, possono essere situazioni scatenanti ossessioni e compulsioni col passare del tempo. Certe volte, anche ciò che apparentemente non ha avuto un forte impatto nella propria vita, successivamente può rivelarsi essere stato molto incidente per sé. Dunque, anche circostanze considerate innocenti, come per esempio una separazione o un divorzio, se non trattate con sensibilità e moderazione, possono creare i presupposti per il DOC.
- Struttura di personalità. Per personalità s’intende il carattere formatosi anche grazie all’educazione ricevuta, alle esperienze di vita e agli apprendimenti precoci avvenuti. Le caratteristiche della personalità possono definire il tipo di DOC che potrebbe svilupparsi, poiché tale disturbo va ad enfatizzare aspetti strettamente connessi alla persona.
Se avete il dubbio di avere qualche aspetto caratterizzante i disturbi ossessivo-compulsivi, di seguito trovate una tabella che può essere d’aiuto ad analizzare i vostri fattori di rischio, ma anche gli effetti positivi che potreste ricevere dal DOC.
La conoscenza di sé è sicuramente il primo passo per poter lavorare sulle proprie aree critiche.
Se siete interessati approfondire maggiormente alcuni aspetti della vostra vita che credete possano essere segno di disturbo ossessivo-compulsivo o se voleste riuscire a gestire al meglio alcune vostre caratteristiche particolarmente influenti nella vostra quotidianità, non esitate a contattarmi per un colloquio insieme.
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.