Hai mai sentito parlare della Mindfulness?
L’hai già provata? Qualora non la conoscessi, ti posso dire che è una pratica facente parte della famiglia delle meditazioni, mirata a donare sollievo nella nostra quotidianità e a sopportare quelle piccole sofferenze che, normalmente, generano in noi forte turbamento poiché inserite in contesti vissuti come pesanti.
Permette di raggiungere uno stato mentale tale da riuscire ad avere miglioramenti anche a livello neurologico e cognitivo ma, nonostante questo, non è esente dalla possibilità di incontrare resistenze, anzi, la maggior parte delle volte che si inizia a praticare Mindfulness è facile che il soggetto presenti delle iniziali opposizioni, tuttavia se si prosegue con tenacia, i risultati arrivano accompagnati da una buona dose di sorpresa in chi li prova.
Tra le resistenze più comuni, infatti, vi è quella di pensare che, non sentendo un cambiamento improvviso e istantaneo, la pratica non stia funzionando per nulla, oppure che non si riesca ad eliminare i pensieri o a trovare il tempo necessario per meditare. Una cosa è certa: rientra tutto nella norma, è come se fosse una sorta di copione! La mente mette in atto una serie di strategie per evitare di incontrare sé stessa e l’auto-sabotaggio è una di queste. Il presente è un concatenarsi di istanti uno di seguito all’altro, per cui è estremamente importante allenare la concentrazione se si vuole veramente essere consapevoli di tutto ciò che si sta vivendo nel qui ed ora.
Sembra un concetto apparentemente banale, ma sorprende sempre constatare quanto possa essere facile distrarsi. Il problema sorge quando la propria distrazione funge da ostacolo al prendere coscienza delle abitudini mentali che fanno stare male. Se non abbiamo messo bene a fuoco queste ultime, sarà anche impossibile modificarle a nostro vantaggio. Dunque, proprio come la maggior parte delle abilità, anche la concentrazione si sviluppa e si migliora con la pratica.
Come allenare la concentrazione
In generale le pratiche di concentrazione hanno la medesima struttura: si sceglie l’oggetto su cui riporre attenzione, non appena ci si accorge che la propria mente sta divagando, si cerca di riposizionarla sull’oggetto-stimolo. Anche per questo genere di allenamento, però, ci vuole tenacia, poiché è solo col tempo che si possono ottenere risultati. La chiave per dedicarsi costruttivamente a tale pratica sta nel trovare il giusto livello di impegno.
Infatti, anche l’eccessiva severità nel portare a termine quest’esercizio può generare ostacoli nel raggiungimento dei risultati desiderati, proprio come la mancanza di impegno. L’ottimale equilibrio si ottiene passando attraverso prove ed errori, esattamente come durante l’accordatura di uno strumento musicale e, dunque, con pazienza. Appare così evidente che già questa sorta di riscaldamento prima della pratica, sia un ottimo trampolino di lancio per addentrarsi nella vera Mindfulness e, di conseguenza, anche un’occasione per migliorare la propria autoaccettazione, cercando di migliorare sé stessi mantenendo gentilezza e rispetto nei propri confronti.
Le prime reazioni alla Mindfulness
Sono ormai diversi anni che la pratica della Mindfulness sta prendendo sempre più piede anche qui in Occidente ed è per questo che è stato possibile studiarne gli effetti approfonditamente. Tra questi sono state rilevate alcune reazioni iniziali in chi la pratica da poco tempo. Di seguito vi mostro le più comuni, sia per permettere a chi ha già avuto esperienza in materia di potersi rispecchiare in alcune casistiche e sapere cosa aspettarsi giunti a questo punto, sia per mostrare a chi è incuriosito da tale pratica ma sente di avere delle resistenze nei suoi confronti, cosa potrebbe accadere qualora decidesse di iniziare il percorso.
1. Sonnolenza
Al primo impatto, oltre a prendere coscienza di quanto possa essere difficile stare sul momento presente, una delle principali risposte alla Mindfulness è la sonnolenza.
Ciò accade poiché molte persone sono poco abituate a dormire il numero di ore necessarie al proprio organismo, così, nel momento in cui rinunciano ai loro intrattenimenti esterni o si astengono da qualunque attività che abbia uno scopo determinato, cominciano a sentire le palpebre più pesanti. Questo succede poiché vengono bloccati tutti quei fattori stimolanti, che durante il giorno tengono attivi.
Anche il sonno, però, è una distrazione! Quindi, nonostante sia normale sentire il bisogno di appisolarsi, è bene cercare di far fronte a tale necessità se si vuole continuare a meditare nel migliore dei modi. Una soluzione può essere praticare Mindfulness tenendo gli occhi aperti e guardando qualche spanna davanti a sé, a un angolo di circa 45° o, in alternativa, meditare restando in piedi.
2. Relax
Qualora l’aspettativa della pratica Mindfulness dovesse essere quella di riuscire sempre a rilassarsi, allora si incorrerà facilmente in una smentita. Infatti, è vero che la meditazione è facile che rilassi il corpo e la mente, ma ponendoci eccessiva speranza, si instaurerà in noi un senso di agitazione causato proprio dal volersi rilassare ad ogni costo.
3. Intensità delle sensazioni
Allenare la concentrazione porta all’amplificazione di tutte le sensazioni. Questo fenomeno si avverte in maniera sempre più accentuata man mano che aumenta la durata della pratica meditativa. Questo particolare effetto della Mindfulness può colpire molto, in quanto l’acuirsi dei sensi porta ad una vera e propria sorpresa, finendo col non credere a ciò che si sta provando in quel momento. Con una pratica assennata, si potrebbe arrivare a provare sensazioni che si pensava di non poter mai sentire, scomponendo ogni percezione a cui siamo abituati, in tante sensazioni forti, che colpiscono inaspettatamente. È proprio attraverso questo meccanismo che si imparano ad apprezzare i più piccoli momenti della giornata, arricchendo la propria vita.
4. Autoflagellazione
Per tutti coloro che hanno un’indole masochista che punta a trovare ogni buona occasione per autoflagellarsi, la Mindfulness può rappresentare una spinta a perpetuare tale atteggiamento. Come già detto, infatti, inizialmente è estremamente facile perdere il controllo della propria mente, ma questo è normale. Si potrebbe cadere nel pensiero che non si riesca neanche in azioni così facili come quelle della meditazione e che, quindi, non si è sani. Ovviamente, però, la realtà è ben diversa da questa, poiché è assolutamente comune incontrare difficoltà agli inizi della pratica, in fondo è un’azione a cui non si è per nulla abituati quella del mantenimento della concentrazione.
Come si può notare, le iniziali risposte alla Mindfulness possono essere diverse, queste però non sono altro che solo una prima reazione che, se gestita bene e unita a vari esercizi meditativi, può donare ulteriori conseguenze, arrivando, così, a vivere il momento presente.
Se sei interessato anche tu ad approfondire l’argomento o a sperimentare momenti diversi da quelli della nostra routine quotidiana, prendi un appuntamento e inizia il percorso Mindfulness!
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.