La Mindfulness aiuta
La pratica della Mindfulness ormai non è più una tecnica completamente sconosciuta, non è più solamente una concezione puramente esotica ma è conosciuta anche nei paesi occidentali.
La sua diffusione è avvenuta poco per volta, ma ha raggiunto una vastissima quantità di persone e ciò è potuto avvenire per un semplice motivo: la Mindfulness aiuta. È una tecnica che dona supporto nella vita quotidiana, che costantemente guida le esperienze di chi la pratica permettendogli di vedere il mondo con lenti capaci di far soffermare su particolari che prima sfuggivano.
I risultati della Mindfulness non sono stati solo vissuti in prima persona, poiché sono stati diversi gli studi che hanno raccolto gli effetti originati da tale pratica. Innanzitutto, eseguendo la Mindfulness è stato possibile notare cambiamenti nel comportamento, sia da parte del singolo individuo praticante, come anche da persone a lui esterne, persone che hanno potuto confermare di aver notato atteggiamenti diversi rispetto a quelli messi in atto precedentemente.
Altri dati, invece, sono stati raccolti dal laboratorio per le Neuroscienze Affettive dell’Università del Wisconsin, dove il dottor Davidson e i colleghi hanno riscontrato un’attività cerebrale maggiore nella zona prefrontale destra nelle persone ansiose, depresse o ipervigili e, più in generale, nelle persone che soffrono di problemi emotivi. Analizzando l’attività cerebrale di alcuni monaci tibetani praticanti giornalmente la meditazione, invece, è stata registrata un’attività cerebrale maggiore nella parte sinistra della corteccia prefrontale del cervello.
La meditazione ha effetti salutari sull’organismo
Questa evidenza ha spinto i ricercatori ad approfondire il loro studio, coinvolgendo un gruppo di operai sotto pressione impiegati di una ditta di biotecnologie. A metà di questi è stata insegnata la pratica della meditazione tre ore a settimana per otto settimane. Dopo questo periodo di tempo si è verificata l’attività cerebrale dell’intero gruppo di operai, notando che coloro che erano parte del gruppo di controllo, ovvero coloro che non sono stati resi partecipi della Mindfulness, avevano una attività cerebrale più accentuata destra, men atre quelli che erano stati coinvolti nella pratica, l’avevano a sinistra. Ciò ha assunto il ruolo di conferma che l’esercizio della meditazione ha dei veri e propri effetti anche dal punto di vista fisico.
Inoltre, da tale studio è stato possibile avere un riscontro anche sugli effetti salutari della Mindfulness per l’organismo. Infatti, a seguito della somministrazione dei vaccini antinfluenzali al gruppo di operai, è stato potuto evidenziare che i lavoratori praticanti la meditazione hanno avuto un’immunoreazione maggiore rispetto ai colleghi del gruppo di controllo, producendo una quantità più elevata di anticorpi molto utili al proprio fisico.
Mente e corpo in relazione
La connessione tra mente e corpo è un concetto che accompagna le riflessioni dell’uomo da secoli. È sempre stata una questione affascinante oltre che molto complessa, poiché studiare la mente, in quanto entità non tangibile, è stato molto difficile. Nonostante ciò, però, vari studiosi si sono pronunciati a favore di tale congiunzione ricercando riscontri cerebrali a partire da cambiamenti a livello mentale. La Mindfulness non ha fatto eccezione in questi studi, infatti sono state analizzate persone praticanti tale tecnica da anni e sono state messe a confronto con altre estranee a quest’attività. I risultati hanno mostrato che i soggetti più abituati alla Mindfulness hanno l’insula anteriore, la corteccia sensoriale e la corteccia prefrontale di uno spessore maggiore rispetto ai facenti parte del gruppo di controllo. Queste aree sono tutte e tre coinvolte nella concentrazione sul respiro e su altri stimoli sensoriali, nonché attività protagoniste della Mindfulness.
È così, dunque, che questa tecnica riesce a far toccare per mano la tanto citata relazione tra mente e corpo.
Ma non è finita qui! Un secondo studio svolto dalla dottoressa Lazar nel 2009 ha permesso di riscontrare la presenza di cambiamenti misurabili in una parte del tronco encefalico coinvolta nella produzione di serotonina, ovvero un neurotrasmettitore che partecipa alla regolazione dell’umore. Nello studio effettuato, si è potuto notare che nei soggetti più esposti alla Mindfulness la serotonina appare più densa e che tali persone sono anche quelle che riportano un maggior benessere psicologico.
Non resta che provare!
Come si evince, i dati che riportano la buona riuscita della Mindfulness nel cambiamento sono ormai molti. A questo punto, dunque, non resta che provare! Perché non tentare di avere un approccio diverso verso tutto ciò che ci circonda? Se dubitiamo che il nostro normale funzionamento ci ostacoli in molte situazioni, perché non tentare di cambiare? Spesso ciò che frena maggiormente la spinta al rinnovamento è quello che viene chiamato evitamento esperienziale, ossia il tentativo continuo di evitare la sofferenza psicologica.
Provare disagio è sicuramente vissuto da tutti come un’esperienza sgradevole e, quindi, molte persone mettono in atto dinamiche che possono riparare da qualsiasi forma di sofferenza che potrebbe presentarsi loro.
Negli anni, però, si è potuto notare che l’uomo reagisce d’istinto e dunque scappa, fugge dall’ esperienza e si allontana da quella che è una vita vissuta in prima persona. I soggetti che si comportano in questa maniera, inoltre, frequentemente assumono comportamenti che a primo acchito possono far pensare ad una modalità di funzionamento attiva, ma in realtà quelle che usano sono energie che donano loro sollievo solo nel breve termine, poiché nel lungo periodo riportano ad una situazione di malessere.
Per provare a cambiare l’assetto mentale con cui si vive la quotidianità è fondamentale ricercare la consapevolezza di noi stessi. Questo implica il rendersi conto dei molti modi in cui la nostra mente si distrae o si preoccupa, poiché la maggior parte di noi è così abituata a distrarsi che non si accorge del momento in cui la propria mente lascia il momento presente.
Proprio per questo, per accompagnarti a fare il primo passo verso il cambiamento, ho inserito una tabella da poter completare per rendersi maggiormente consapevoli delle distrazioni a cui si è soggetti.
Se sei interessato a continuare il percorso di Mindfulness ed a metterti in gioco per generare un cambiamento, contattami e prenota un incontro per un colloquio mirato a farti stare bene.
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.