Il trauma infantile può essere definito come una conseguenza di tipo psicologico dovuta ad un evento, o una serie di eventi, molto stressanti che hanno fatto sperimentare al bambino una grande sensazione di impotenza accompagnata dall’incapacità di utilizzare le abituali strategie di fronteggiamento di solito messe in atto.
L’EMDR considera il trauma come un’informazione che è stata immagazzinata in modo disfunzionale nel sistema di memoria. Le esperienze traumatiche infantili sono molto diffuse, spesso finiscono per essere sottovalutate e diventano la causa primaria del disagio del bambino. Possiamo considerare come trauma infantile qualsiasi esperienza fatta dal bambino che causa in lui dolore, paura, oppressione e una forte sensazione di impotenza.
I bambini sono molto impressionabili, non riesco ad avere una visione oggettiva di ciò che accade intorno o direttamente a loro stessi, si fidano degli adulti, soprattutto dei genitori. Quando le figure di riferimento significative fanno qualcosa di negativo o grave, i bambini tendono ad attribuirsi la colpa e non a pensare che l’adulto possa avere un problema.
Se vengono coinvolti in una catastrofe o in un grave evento, come il lutto di una persona cara, una grave malattia o una violenza nei loro confronti, reagiscono sentendo lo stesso dolore che provano gli adulti: i bambini possono percepite le stesse emozioni, come la rabbia, la tristezza, il senso di colpa, il senso di impotenza o l’ansia. Va sottolineato però che i bambini non esprimono questi stati dolorosi allo stesso modo degli adulti e quello che accade molto spesso è che il loro dolore venga sottovalutato.
Di fronte al genitore che soffre per un grave evento, il bambino, anche non è stato direttamente coinvolto, percepisce lo stato emotivo dell’adulto ed è consapevole che è successo qualcosa di grave. Non dare spiegazioni o rimanere sul vago porta il bambino a restare da solo con i suoi pensieri, con le sue domande alle quali risponderà con i pochi mezzi che ha a disposizione, utilizzando la fantasia e colpevolizzandosi per la sofferenza di mamma o papà. Non fornendo alcuna informazione lasciamo il bambino nell’incertezza, lo abbandoniamo con le sue fantasie, che di solito peggiorano la realtà dei fatti. Le fantasie negative portano il bambino a sentire paura e ansia, che lì per lì possono restare silenti, ma che lasciano un segno permanente e profondo che successivamente si manifesterà con segni di vulnerabilità fisica o psichica.
Eventi traumatici ed espressione delle emozioni nei bambini
Il modo in cui i bambini esprimono le emozioni a seguito di un evento traumatico cambia in base all’età e al modo in cui l’evento impatta, se siamo di fronte a una violenza o alla perdita di persone care. In ogni caso un bambino non esprime le emozioni come le esprimerebbe un adulto in quanto non ha ancora le capacità di verbalizzarle. Le reazioni che può manifestare sono molteplici, possiamo trovarci davanti a:
- disturbi del sonno e incubi;
- sintomi psicosomatici (mal di testa o di stomaco)
- reazioni di pianto e estrema tristezza apparentemente senza motivo
- agitazione, irrequietezza, paura di essere abbandonati
- paura del buio
- improvvisi scoppi di ira o agitazione
Come aiutare un bambino che ha subito un trauma
La cosa più importante da fare è parlare in modo aperto e sincero, spiegare chiaramente cosa è successo fornendo le corrette informazioni al bambino. Verbalizzare cosa sta succedendo e cosa accadrà nel futuro, avendo cura di utilizzare parole e spiegazioni comprensibili all’età del bambino.
Le spiegazioni andrebbero fornite dal genitore, o da una persona ben conosciuta dal bambino e della quale si fida. L’adulto in questione dovrà parlargli con calma, serenità e con tutto il tempo di cui ci sarà bisogno al fine di fargli comprendere quanto accaduto.
È fondamentale prestare molta attenzione alle domande poste dal bambino, rispondere con estrema sincerità, accogliendo e rispettando le sue emozioni.
I bambini, come gli adulti, di fronte ad un evento traumatico possono manifestare diversi tipi di reazione. Alcuni negano la realtà, protestano, altri scoppiano a piangere, altri ancora si comportano come se la comunicazione non fosse mai avvenuta oppure si mostrano molto empatici. La cosa importante è essere pronti a riprendere l’argomento quando il piccolo farà nuove domande, alle quali andranno date risposte sincere.
Infine è importante la presa in carico con uno psicoterapeuta EMDR, soprattutto se anche gli adulti che ruotano intorno al bambino si sentono molto turbati dall’evento traumatico. L’intervento EMDR è di breve durata ed ha esiti molto positivi nell’elaborazione degli eventi traumatici.
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.
Buon pomeriggio. A scuola ( infanzia) abbiamo un bambino con chiari sintomi legati a forti violenze e traumi subiti. Lui passa da momenti di affettivita eccessiva a scatti d’ira frequenti in cui qualsiasi persona o cosa gli sia a tiro, lui colpisce. Ha una rabbia dentro pazzesca e una forza altrettanto prorompente. In questi momenti è totalmente fuori di sé, non risponde delle proprie azioni ed è molto pericoloso. Se arrabbiato Usa poi un gergo che non dovrebbe appartenere ad un bambino di 5 anni, cioè bestemmia e dice parolacce e frasi come ” Sono incazzato nero” Che ci fanno ancora di più pensare al fatto che abbia ascoltato più e più volte queste esclamazioni e l’abbia fatte sue. È seguito da un assistente sociale durante i momenti in cui non è a scuola e a quanto pare ha paura di essere abbandonato dalla madre, per questo con lei sembra essere del tutto ” Sottomesso” Ed abbia paura del suo nuovo compagno… Insomma una situazione familiare alterata, ambigua e in cui la stessa sua figura di riferimento non è chiara, anzi nega quasi tutto, dipingendo il figlio come attila il terribile e al tempo stesso come un Angelo.
Ecco io mi trovo davvero in difficoltà e avrei bisogno un vostro consiglio.. Grazie Laura
Buongiorno, sicuramente è una situazione molto complessa e proprio per questo non è possibile dare consigli in questa sede. Le suggerisco di confrontarsi con i servizi sociali che hanno in carico la situazione che sicuramente sapranno fornire modalità adeguate di approccio, proprio perché conoscono il caso specifico del bambino, il suo vissuto e la storia familiare.
Salve, mio figlio di 4 anni è stato traumatizzato dalla pubblicità di un gioco in TV.
Nello specifico è un gioco che fa un conto alla rovescia e che se non interrotto “esplode” perdendo. Inoltre a quanto pare c’è una versione da fare al buio. Da quando l’ha vista è molto spaventato, non va al bagno da solo vuole la porta chiusa e la luce accesa e altro del genere. Appena ha confessato il suo problema abbiamo deciso INSIEME di non vedere piu la TV (che comunque era un evento saltuario). Però per adesso quando ne parliamo cambia completamente espressione tono di voce e chiede per favore di non parlarne dicendo che affronterà le sue paure quando sarà più grande. Giusto mi sembra ma vorrei avere qualche strumento o informazione per poterlo aiutare.
Grazie mille
Buongiorno l’evitamento è sempre sbagliato. La prima cosa da fare è tranquillizzare il bambino rispetto al fatto che con il papà è al sicuro, che il papà non ha paura e può proteggerlo e aiutarlo ad affrontare questo “brutto incidente”. Potreste recuperare insieme in biblioteca dei libri per bambini che parlano di come affrontare le paure e percorrere insieme la strada che faccia sentire il suo bambino sufficientemente sicuro di affrontare il problema con lei. Per poi gradualmente esporlo, magari tra le sue braccia, nuovamente alla TV.