Cosa si intende per plusdotazione nei bambini
Plusdotazione (gifted children): 2% dei bambini.
“Alte potenzialità”: 6% dei bambini.
La caratteristica delle due categorie sopracitate, che permette di distinguere questi bambini dal resto della popolazione, è un marcato e continuo bisogno di acquisire nuove conoscenze e di incrementare quelle che già si possiedono.
Non esiste ancora una definizione netta di plusdotazione: le linee guida del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi stabiliscono come elemento necessario, ma non sufficiente, un QI uguale o superiore a 130. Questo risultato non definisce la plusdotazione, ma è un indicatore della sua presenza.
Esistono anche altre caratteristiche come: un linguaggio molto sviluppato, un vasto vocabolario, ragionamenti avanzati, memoria eccezionale, grande curiosità, spiccata tendenza alla leadership, empatia, notevole senso di giustizia, grandi capacità di elaborazione visiva.
Nonostante queste caratteristiche, non sempre ad un alto livello intellettivo corrisponde una performance scolastica altrettanto alta.
La plusdotazione può essere un fattore di rischio?
Nonostante i lati positivi, si sa che il mancato riconoscimento della plusdotazione può essere un fattore di rischio per lo sviluppo emotivo e sociale di questi bambini. Spesso la plusdotazione può essere confusa con il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), in quanto questi bambini molto frequentemente risultano distratti, irrequieti, impulsivi, stressati, aggressivi e isolati.
Plusdotazione come Bisogno Educativo Speciale
La nota del MIUR 562 del 2019 inserisce ufficialmente la plusdotazione tra i Bisogni Educativi Speciali. Ciò permette di personalizzare gli insegnamenti per questi bambini. La strategia da utilizzare è decisa dai Consigli di classe o dai Team docenti della scuola del bambino ed essi possono, quando si verificano situazioni di criticità, attuare delle metodologie didattiche specifiche, vagliando anche l’ipotesi di un Piano Didattico Personalizzato.
Questa nota del MIUR permette di perseguire un obiettivo importante: capire le caratteristiche individuali di questi bambini così da poter rispondere efficacemente ai loro bisogni.
Valutare la plusdotazione
Di seguito alcuni passaggi svolti da uno psicologo per individuare un bambino plusdotato:
- Osservazione: comprendere la comunicazione non verbale e il modo di relazionarsi con l’adulto.
- Colloquio con il bambino/ragazzo: capire l’adattamento e il benessere del bambino nella scuola e nelle attività extra scolastiche, i suoi interessi e le sue relazioni sociali.
- Colloquio con i genitori: capire perché ritengono che loro figlio sia un bambino plusdotato.
- Test di livello intellettivo opportunamente interpretati alla luce della storia individuale del bambino. Inoltre è opportuno che questi test vengano ripetuti nei momenti evolutivi cruciali, ad esempio nei passaggi da una scuola ad un’altra (elementari-medie)
- Altri test di approfondimento
- Restituzione
Le difficoltà socio-emotive nei bambini plusdotati
Spesso i bambini plusdotati presentano sì uno sviluppo cognitivo molto elevato, ma non si può dire la stessa cosa dello sviluppo emotivo. Possono esserci: perfezionismo, isolamento, pressione sulla performance da parte degli adulti e una mancata condivisione di interessi con i coetanei. Spesso questi bambini sentono di essere diversi e di non condividere gli interessi con il gruppo dei pari, si sentono inadeguati e rifiutati e ciò influisce molto sull’adattamento nel contesto scolastico. Per queste ragioni i bambini plusdotati possono reagire aggressivamente in situazioni in cui si relazionano con i coetanei.
Questi bambini presentano anche un’alta sensibilità emotiva che gli causa un grande malessere in quanto percepiscono la realtà diversamente dagli altri e questi ultimi non sono in grado di comprenderli.
Come aiutare questi bambini
Uno degli obiettivi più importanti è quello di far sì che la scuola si munisca degli strumenti necessari a individuare i bambini plusdotati. Gli insegnanti dovrebbero essere in grado di identificare i segnali precoci e lo psicologo in seguito dovrebbe realizzare un’accurata analisi del profilo cognitivo.
Successivamente alla valutazione il bambino può essere incluso tra i Bisogni Educativi Speciali e beneficiare di un Piano Didattico Personalizzato al fine di rispondere ai suoi bisogni in modo ottimale.
Molto importante é anche rivolgersi ad uno psicoterapeuta e istituire una cooperazione costante tra famiglia e psicologo così da poter offrire un sostegno per fronteggiare le sfide che questi bambini possono creare e al fine di valorizzare le diversità e le grandi abilità presenti.
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.