Cosa è l’Amaxofobia
L’amaxofobia (dal greco amaxos “carro”) è la paura persistente e invalidante di guidare un veicolo.
Essa viene classificata come una fobia specifica del sottotipo situazionale.
La fobia specifica è definita come una paura persistente, duratura, irrazionale e sproporzionata verso oggetti o situazioni specifiche. Questa paura estrema, della durata di almeno sei mesi, provoca spesso sintomi ansiosi, che possono sfociare in un attacco di panico. La persona riconosce che la paura è esagerata rispetto alla minaccia reale; tuttavia, tende a mettere in atto comportamenti di evitamento dello stimolo fobico, o a sopportarlo con forti manifestazioni ansiose.
La fobia specifica, per essere definita tale, deve provocare significative reazioni psicofisiologiche di stress, e interferire con la vita sociale o lavorativa della persona.
La categorizzazione di sottotipo situazionale è data dal fatto che si tratta di una reazione ansiosa invalidante provocata da una situazione specifica e definita.
L’amaxofobia è caratterizzata da una paura sproporzionata e persistente evocata dal guidare un automezzo o da stimoli (reali o immaginati) collegati ad esso.
Questa fobia può essere riscontrata in uomini e donne di tutte le età e di tutti i livelli socio-culturali. Esistono, invece, differenze riguardo alle possibili manifestazioni del disturbo e alle modalità di gestione dello stesso da parte delle persone.
Tuttavia, come succede con la stragrande maggioranza dei disturbi d’ansia, la percentuale di fobie specifiche è maggiore nella popolazione femminile rispetto a quella maschile.
Una ricerca su un campione non clinico ha riportato tra il 7% e l’8% di partecipanti con una moderata o estrema paura ed ansia di guidare.
Paura di guidare: quando si manifesta?
La paura di guidare si può manifestare in situazioni diverse e con modalità differenti. Essa può presentarsi nella realtà o nelle fantasie anticipatorie delle persone, con diverse possibili manifestazioni:
- La paura di guidare di notte o quando è buio;
- La paura di guidare nelle gallerie;
- La paura di guidare da soli, o senza una persona particolare accanto;
- La paura di guidare in autostrada o su strade a scorrimento veloce;
- La paura di guidare nel traffico;
- La paura di allontanarsi oltre una certa di distanza da casa;
- La paura di guidare attraverso ponti.
Vi è un’altra paura che viene considerata separatamente, ovvero quella di impazzire mentre si è alla guida e di essere colpiti da un raptus improvviso rischiando, così, di investire pedoni o provocare un incidente stradale.
Cause dell’Amaxofobia
Alla base di questo disturbo sembrano esserci molteplici fattori. L’amaxofobia potrebbe presentarsi in relazione ad un disturbo d’ansia, una claustrofobia (emergendo come paura di restare bloccati nel traffico o in una galleria) o agorafobia (emergendo come paura di attraversare ponti). La paura di guidare, altrimenti, potrebbe manifestarsi come diretta conseguenza di un evento traumatico (come incidenti causati o subiti in prima persona, incidenti subiti da persone care o ai quali si ha assistito). Essa potrebbe anche derivare da stati depressivi conseguenti all’invecchiamento della persona, che diventa man mano meno sicura delle proprie abilità di guida.
In alcuni casi, anche i pregiudizi culturali nei confronti delle donne potrebbero provocare ansia e credenze errate di incapacità alla guida, indipendentemente dal conseguimento della patente.
L’amoxofobia potrebbe anche manifestarsi in persone con forti tendenze aggressive, che hanno il timore di mettere in atto durante la guida, in preda a impulsi incontrollabili.
Infine, la paura di guidare potrebbe insorgere anche come conseguenza di un basso livello di fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, o da una condizione generale che rinvia ad una ansia da separazione che mantiene la persona in una situazione di dipendenza, o di ambivalenza tra desiderio di indipendenza e paura di crescere.
Alcuni autori hanno identificato quattro situazioni che potrebbero essere fonte di ansia e minaccia per una persona con Amaxofobia. Le paure che vengono riferite più spesso da queste persone sono, infatti, quelle di:
- causare o subire incidenti;
- guidare in particolari situazioni, condizioni e manovre;
- avere sintomi ansiosi o attacchi di panico alla guida;
- giudizio sociale.
Queste paure possono diventare estremamente invalidanti e pervasive, portando l’individuo a mettersi alla guida solo in specifiche condizioni a lui favorevoli, o a guidare sperimentando un forte stato di ansia e disagio sia a livello fisico che psicologico. In alcuni casi, la persona può arrivare a evitare completamente di mettersi al volante.
Diagnosi di Amaxofobia
La diagnosi di Amaxofobia prevede che siano soddisfatti tutti i criteri per una fobia specifica del sottotipo situazionale. Inoltre, per comprendere meglio la gravità del disturbo del paziente è utile indagare l’esperienza automobilistica della persona (es. quando è stata conseguita la patente di guida, la frequenza di guida, ecc.) e utilizzare dei questionari standardizzati. Essi possono essere utili per valutare la presenza e la frequenza di cognizioni negative riguardo alla paura di guidare; per indagare la percezione della propria capacità di guida in particolari situazioni; per esplorare i sintomi ansiosi e l’evitamento in diverse situazioni di guida; per identificare stati emotivi persistenti di ansia o di depressione; e per valutare comportamenti di evitamento agorafobici o la frequenza di attacchi di panico.
Trattamenti dell’Amaxofobia
L’amaxofobia, come sopracitato, può essere causata da diversi fattori e può avere differenti modalità di manifestazione. Per questo motivo è fondamentale definire l’intervento più adatto ed efficace al caso specifico.
Per l’amaxofobia legata ad agorafobia, claustrofobia o altre fobie specifiche, il trattamento più efficace consigliato è la Terapia cognitivo-comportamentale, come per il resto dei disturbi d’ansia.
Nel caso in cui essa sia una conseguenza di un evento traumatico i trattamenti più indicati sono quelli consigliati in caso di disturbo post-traumatico da stress, ovvero la Terapia cognitivo-comportamentale centrata sul trauma e l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).
La terapia cognitivo-comportamentale aiuta i pazienti ad individuare e modificare i pensieri disfunzionali riguardo a se stessi, l’evento traumatico e il mondo esterno, permettendo la riduzione dei sintomi ansiosi o depressivi emersi dopo il trauma e di favorire lo sviluppo di fiducia, sicurezza e miglior regolazione emotiva.
Allo stesso tempo, la terapia EMDR è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come trattamento efficace per il trauma e i disturbi ad esso collegati.
Nei casi in cui la paura di guidare è legata ad altri aspetti, quali conflitto tra autonomia e timore di crescere, situazioni di dipendenza o paura dell’abbandono, impulsi aggressivi, pregiudizi culturali nei confronti delle donne e sintomi depressivi legati all’invecchiamento, l’intervento psicoterapeutico dovrà porre l’attenzione sull’elaborazione del conflitto dipendenza-autonomia, delle pulsioni aggressive, il superamento della necessità di controllo, sul lavoro sull’immagine di Sé e sullo sviluppo dell’autostima.
Infine, vi sono studi che evidenziano l’utilità di accompagnare la terapia cognitivo-comportamentale con percorsi basati sulla mindfulness e sulla psicoterapia ipnotica. Questo sembrerebbe aumentarne l’efficacia psicoterapica.
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.