Tempo stimato di lettura: 2 minuti

Cos’è il disturbo depressivo maggiore

Come puoi anche leggere in questo articolo dedicato al disturbo depressivo maggiore, si tratta di una condizione psichiatrica davvero invalidante ,che porta ad una situazione persistente di tristezza e perdita di interesse. A livello mondiale rappresenta la quinta causa più frequente di invalidità e inabilità lavorativa.
Il decorso della depressione maggiore è abbastanza variabile, infatti, alcuni pazienti non raggiungono mai, o solo raramente, una remissione completa dei sintomi, considerata come un periodo di minimo due mesi nel quale non presentano alcuna sintomatologia o sussistono solo uno/due sintomi in forma lieve, mentre altri pazienti vivono per anni una condizione di assenza di sintomi fra un episodio e l’altro.
La cronicità della malattia riduce drasticamente la probabilità di una completa risoluzione della sintomatologia. La probabilità di cronicizzazione dei sintomi depressivi aumenta considerevolmente in presenza di comorbilità con un disturbo di personalità, un disturbo d’ansia, di dipendenza o abuso di sostanze.

Approcci terapeutici alla depressione maggiore

L’approccio terapeutico più utilizzato nel trattamento della depressione maggiore è quello farmacologico. La terapia farmacologica aiuta a migliorare l’umore, riduce la ruminazione mentale e allevia i sintomi acuti della malattia.
Nonostante la molteplicità di farmaci a disposizione, la sola assunzione di terapia farmacologica si è dimostrata poco efficace, infatti solo 1/3 dei pazienti risponde al primo trattamento con antidepressivi (Trivedi et al. 2013).

La maggior parte dei pazienti con depressione maggiore necessita di diversi trattamenti farmacologici, spesso in combinazione, prima di raggiungere una remissione dei sintomi e un’alta percentuale di essi, circa il 30-40%, è definita come affetta da depressione farmaco resistente.
Nella depressione maggiore diverse caratteristiche cliniche sono state associate a un decorso cronico della malattia e ad una maggiore probabilità di non risposta al trattamento farmacologico.

Depressione maggiore: incidenza di traumi infantili

Si è potuto osservare che esperienze traumatiche in fasi precoci della vita, in particolare i traumi interpersonali, sono legate a un aumento del rischio di sviluppare il disturbo depressivo maggiore in età adulta. I traumi Infantili in pazienti con disturbo depressivo maggiore sono associati a diversi tipi di disregolazioni riguardanti diversi processi biologici.

Inoltre, alcuni interessanti studi stanno indagando se le conseguenze dei traumi vissuti da un futuro genitore possono persistere nelle generazioni successive attraverso effetti epigenetici, sulla base di evidenze preliminare ottenute in modelli animali. Non è però ancora chiaro quale sia il peso di una “vera” trasmissione epigenetica degli effetti dei traumi alle generazioni successive e quale sia invece l’influenza di un ambiente relazionale patologico, potenzialmente in grado di indurre modificazioni epigenetiche da novo a ogni generazione.

Dal punto di vista del modello EMDR della malattia, gli eventi stressanti e traumatici, e i ricordi che ne derivano, rappresentano un fattore determinante per l’origine e il mantenimento degli episodi depressivi. Le memorie patogene rimangono biologicamente attive attraverso gli effetti emotivi e cognitivi anche molto dopo gli eventi stressanti che le hanno scatenate.
Grazie all’ EMDR, le memorie traumatiche e i sintomi ad esse correlati possono risolversi. EMDR per i disturbi depressivi vengono focalizzati ed elaborati gli eventi o le cause scatenanti, i sistemi di convinzioni e in qualche caso gli status somatici.
Attraverso la tecnica EMDR è possibile che sintomi dell’episodio depressivo scompaiano, che vengano elaborate le memorie patogene e significativamente diminuito il rischio di recidive.

Se soffri di disturbo depressivo maggiore contattami, l’EMDR potrebbe aiutarti a stare meglio.

5/5 - (1 vote)
Share This