Le 3 facce del disturbo ossessivo-compulsivo
Conoscete il disturbo ossessivo-compulsivo? Qualora lo aveste incontrato in prima persona o semmai foste molto vicini a qualcuno con tale disturbo, vi sarete sicuramente accorti dell’invadenza che esso ha nella vita della persona che lo “ospita”. La sua presenza si fa sentire forte e chiara ogni giorno fino anche a modificare le abitudini di vita. Tuttavia, la potenza dell’intrusione del DOC è addirittura più forte di quanto si possa pensare, poiché non interessa solo la persona portatrice di questo disturbo, bensì anche coloro che la circondano e con cui condividono parti delle proprie giornate.
Anche chi conosce un soggetto con DOC si trova al centro del mirino di tale disturbo e pare proprio che anche lui ne sia inerme. In questi casi è facile vedere il disturbo ossessivo-compulsivo come avente un vero e proprio dominio assoluto, poiché sembrerebbe influenzare grandemente anche la vita di chi non lo tiene con sé. Ci sono coniugi che assicurano i propri partner promettendogli di fare al posto loro il giro della casa per controllare che sia tutto chiuso prima di uscire, ci sono fratelli e sorelle che aumentano la frequenza con cui si lavano le mani per far vivere il più serenamente possibile il loro familiare. Questi sono solo alcuni esempi di come il DOC, in realtà, riguardi una rete di soggetti molto più ampia di quanto si tenda a credere.
Il trasformismo del DIsturbo Ossessivo-Compulsivo
Il DOC è un abile trasformista, si presenta in forme diverse e difficilmente ci si accorge della sua gravità all’interno delle relazioni. Alcune delle sue forme principali sono quella del partner, del tiranno e del salvatore. Di seguito vengono descritte più precisamente:
- Il DOC come partner. Il disturbo ossessivo-compulsivo fiuta velocemente i problemi di coppia e se ne approfitta altrettanto prontamente per poter insinuarsi nel conflitto e mettere lì le sue radici. Il partner perfetto non esiste, dunque è normale vivere col proprio compagno/a anche dinamiche difficili, che tranquillamente possono assumere anche il ruolo di precursori di determinati disturbi. Durante alcune vicende il DOC si presenta come un vero e proprio aiuto, come quel sostegno di cui si ha bisogno per alleviare le emozioni e i pensieri che ci agitano e che ci toccano profondamente. Questo non viene sottolineato per poter trovare un capro espiatorio in riferimento al DOC, bensì per abituarsi a rendersi conto delle fatiche sfruttate dal disturbo per poter prendere piede nelle vite delle persone e, in tal modo, iniziare ad avere una visione realistica del problema. Capire il fattore scatenante del disturbo ossessivo-compulsivo è un buon primo passo per liberarsene.
- Il DOC come tiranno. Questa forma del DOC è facile che non si palesi fin da subito, ma che si faccia sentire solo dopo essere entrato a prendere parte della vita del soggetto da ormai tempo. È quella trasformazione che rende le attività giornaliere un peso sia da effettuare che da subire. Diventa suo sia il controllo di ciò che è esterno, che deve assolutamente essere come da lui dettato, sia il controllo della persona in sé, che non può più permettersi di vivere spontaneamente. Il disturbo ossessivo-compulsivo di cui si sta parlando ora è un tiranno e il suo predominio è alimentato anche da coloro che vivono la sua presenza di riflesso rispetto al soggetto che dimostra avere tale disturbo. L’agevolare le ossessioni e le compulsioni altrui non fa altro che creare l’ambiente ideale per il DOC, dando ad esso un motivo in più per affondare le proprie radici.
- Il DOC come salvatore involontario. Certe volte anche il DOC può sbagliare. È questo il caso in cui il disturbo ossessivo-compulsivo assume una forma che non vorrebbe avere e finisce con l’aiutare. Infatti, ci sono delle volte che tale fastidioso ospite può farsi sentire così forte sia dal soggetto che da chi gli sta vicino, tanto da diventare un focus comune per tutti. Questa dinamica può crearsi, per esempio, tra genitori e figlio quando il DOC è portato da quest’ultimo e, dunque, risulta essere una questione importante per cui dialogare e unirsi per i genitori. In questo caso, può diventare un elemento su cui farsi forza vicendevolmente per aiutare una terza persona, rafforzando al contempo un rapporto. In casi particolari, inoltre, l’effetto avvicinante che tale disturbo può avere per alcune persone, può portare anche ad una diminuzione dei pensieri ossessivi e delle compulsioni nel soggetto in cui si è presentato.
Questi sono tutti casi in cui il DOC può dimostrare la sua prepotente forza e gli ostacoli che può generare sia per il singolo che per gli amici e i familiari. Nel momento in cui questo problema inizia a coinvolgere e, dunque, molestare anche chi ci sta attorno, questo dovrebbe suonare come campanellino d’allarme per poter agire affinché si inizi a lavorare alla sua uscita dalle scene. Coloro che stanno al fianco di chi ospita un DOC sono delle vere e proprie risorse, capaci di attivare i fattori di protezione necessari per liberarsi del disturbo, quindi la cosa migliore da fare è allearsi con essi, condividere i mezzi e gli strumenti che s’intende utilizzare e condividere con gli stessi anche gli obiettivi che si vogliono perseguire, al fine di affrontare il disturbo ossessivo-compulsivo.
Se conosci qualcuno a te vicino con un DOC e insieme intendete far fronte ai quotidiani disagi vissuti per tale ostacolo, o se sei tu in prima persona a trovarti in difficoltà con questo disturbo, contattami per conoscere tutte le tecniche con cui opporsi a ciò che apparentemente può sembrare un tiranno.
Ti potrebbe interessare anche:
Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.