Tristezza o depressione? Il primo passo è imparare a discernere
Quando ci sentiamo tristi vediamo il mondo un po’ tutto colorato di nero.
Probabilmente alcuni sentiranno il bisogno di fare esperienze che gli permettano di distrarsi o di parlare con persone capaci di ascoltarle e comprenderle. Altri, magari, potrebbero voler rimanere per conto loro a riflettere.
Ad ogni modo, la tristezza è un sentimento che ci tiene attivi nonostante il nostro umore sia basso. Può portarci a pensare, a parlare o ad esternare in svariati modi ciò che stiamo provando, ma in ogni caso rimane un’emozione viva, che ci spinge ad agire.
Ciò è ben diverso quando la tristezza diventa depressione. Lo stato depressivo è tutt’altro che vivo, è annientante e, soprattutto, immobile. Non vi è nessuna spinta verso l’azione, piuttosto un freezing emotivo che prende spazio in ogni sfera della propria quotidianità. La depressione può manifestarsi in varie forme: lieve o grave, breve o persistente, dovuta per lo più a circostanze ambientali o ad una predisposizione biologica e in qualunque modo essa si presenti, toglie gioia ad ogni cosa che ci riguarda.
Sembrerebbe strano pensare che questo stato si manifesti silenziosamente, senza risultare consapevolmente presente per coloro che lo provano. I sintomi ad occhi esterni sono evidenti, eppure la maggior parte dei casi la depressione viene scambiata come una semplice perdita di energia o interesse.
Che venga riconosciuta o meno, però, è sempre meglio puntare sulla prevenzione e cercare di evitare la caduta nello stato depressivo. Per tale intento può venire in contro la pratica mindfulness, capace di consentire di non rimanere intrappolati nell’umore perennemente basso e inattivo. Ciò su cui lavora tale tecnica è il malumore, in quanto questo genere di circostanza è provata da tutti con frequenza diversa e, quindi, tutti possono imparare ad affrontarla qualunque forma prenda. Abbracciando la tristezza e le altre emozioni mediante la mindfulness è più facile non restare invischiati nella depressione.
Depressione: come giocare d’anticipo sui tempi
L’importanza della varietà delle emozioni.
Le emozioni, piacevoli o disprezzabili che siano, sono estremamente importanti nella loro totalità. Ogni emozione è fondamentale per noi, poiché uno dei metodi maggiormente funzionali per apprendere è tramite l’esposizione a ciò che è opposto. Ciò vuol dire che si riesce a sentirsi realmente gioiosi proprio perché sappiamo bene cosa vuol dire essere tristi. Provare determinate emozioni, non solo ci aiuta a percepire quelle che rappresentano il loro contrario, ma serve anche per discernerle, diventando così più consapevoli e centrati su sé stessi.
L’importanza dell’intensità delle emozioni.
L’importanza delle emozioni non si limita al ventaglio di sfumature emotive da cogliere nella nostra vita, bensì anche all’intensità con cui si sperimentano. Soffermarsi su cosa può donare a noi una particolare emozione, permette di distaccarsi dal perché essa sia nata, riavvicinandoci al tempo presente, al qui ed ora.
Più particolarmente, la depressione porta a distrarsi dal dolore che si sta provando, diventando meno consapevoli dei propri stati d’animo e finendo con l’alienarsi dal presente. Un primo esercizio per ovviare in anticipo su tale esito è cercare di porre attenzione sulle sensazioni corporee che accompagnano le emozioni. Il nostro corpo ci parla, dunque è bene ascoltarlo per abituarsi a determinare lo stato d’animo che ci accompagna in ogni momento della giornata e col tempo sopportare gli stati d’animo negativi.
Dove è identificabile quella precisa sensazione? In gola, negli occhi, nel petto o nell’addome? Questo è quello che dobbiamo cercare di capire. Una volta individuata, però, non lasciamola andare. Ciò che sentiamo è nostro, dunque teniamocelo, conosciamolo più che possiamo e non lasciamolo sfuggire solo perché spaventati da ciò che ci è estraneo. Oltre a ciò, è bene capire anche cos’è che ci spinge ad allontanare le nostre sensazioni e cosa, invece, ci aiuta a ritornavi a sentirle localizzate.
Con questi accorgimenti, quindi, si può affermare che con la mindfulness si punti a sfidare l’atteggiamento depressivo.
L’importanza della ricerca delle emozioni.
Una volta esercitatisi a stare nelle emozioni, non è detto che si sia entrati a conoscenza di tutto ciò che fa parte di noi. Vi sono emozioni così dette latenti, che col tempo abbiamo sepolto, impedendo loro di emergere esplicitamente nella nostra vita. È importante che si vada alla ricerca di tali emozioni, poiché anche quelle costruiscono la nostra persona e anche quelle influenzano la nostra vita.
Nulla è da trascurare, poiché ciò di cui proviamo regolarmente a liberarci è anche ciò che merita maggior attenzione da parte nostra e questo nella mindfulness è fondamentale, non tanto per riuscire a ricavare il motivo presente dietro la scelta di nascondere determinate emozioni, bensì per riuscire a stare nel dolore, domarlo, ostacolando lo stato depressivo che, come detto, si insinua in silenzio.
Questi sono solo cenni per riuscire ad avvicinarsi alla pratica mindfulness e testare quanto essa possa dare beneficio in maniera trasversale ad ogni aspetto della nostra vita quotidiana, ma se sei interessato ad approfondire tale tecnica, non esitare a contattarmi.
Ti potrebbe interessare anche:
Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.