Ti sei mai trovato in un momento di difficoltà?
Ci sono momenti in cui ogni genere di difficoltà sembra intramontabile e pare che di ciò si ricevano anche conferme dal mondo esterno. Tutto può sembrare non migliorare affatto e tale sensazione può essere riscontrata anche durante un percorso psicoterapeutico.
Un esempio lo si può notare nei pazienti con un disturbo ossessivo compulsivo, i quali si ritrovano spesso ad innervosirsi non vedendo cambiamenti immediati.
In particolar modo, chi ha un’ossessione che invade le proprie giornate da molti anni, facilmente avrà anche acquisito abitudini foggiate dal DOC e che, essendo così radicate, hanno bisogno di tempo per sparire. Riflettendoci, è anche immaginabile che sia così, infatti perché mai qualcosa che si è sviluppato in un periodo molto lungo, dovrebbe improvvisamente svanire?
La pazienza e la resistenza sono, dunque, molto importanti ai fin terapeutici. Queste due qualità non sono a noi sconosciute, possiamo coltivarle senza troppi problemi. Quante volte le abbiamo già messe in atto? Da piccoli abbiamo iniziato a leggere fluentemente fin dal primo giorno in cui ce lo hanno insegnato? Chi impara a suonare uno strumento, riprodurrà un intero brano dopo la prima lezione? Ovviamente la risposta a tutte queste domande è no, ma queste non sono fini a se stesse, poiché servono proprio per dimostrare quante volte in passato abbiamo già sfruttato la nostra pazienza.
Tuttavia, non è solo la resistenza a permettere di vincere la sfida, ciò che incide sull’ago della bilancia è l’esercizio.
L’importanza dell’esercitare la pazienza
Quanto più ci si allena, quanto meglio si segue il programma, tanto più agevole apparirà il tragitto verso il risultato sperato e, proprio come un allenamento sportivo, inizialmente sarà molto faticoso, ma con costanza ciò che prima sembrava estremamente difficile, si finirà col reputare sopportabile e, perché no, superabile! La persona che inizia un percorso di auto-aiuto deve impegnarsi a fondo se vuole raggiungere il suo scopo, ossia fare in modo che pian piano i sentimenti sgradevoli scompaiano.
Il tragitto per liberarsi del DOC, come detto, è in parte in salita; dunque, si potrebbe essere tentati di mettere in atto dei “trucchi” per attenuare la fatica: la diversione e l’evitamento. Con il primo termine si indica un uso particolare della distrazione, al fine di rimandare il momento destinato ad affrontare una difficoltà. Questa tecnica è particolarmente efficace nelle persone con ossessioni, poiché permette loro di evitare la compulsione nell’immediato, per poi recuperarla successivamente e, spesso, in maniera anche più intrusiva. L’evitamento, invece, consiste proprio nell’evitare una situazione che crea disagio, ma ciò non porta ad altro che ad ottenere un nascondiglio, che ostacola l’allenamento necessario per superare il problema.
La difficoltà delle ricadute
Un altro momento di difficoltà si può riscontrare con le ricadute. Queste possono rappresentare una grande fonte di delusione e frustrazione per la persona con disturbo ossessivo-compulsivo, poiché proprio a causa della fatica che è necessaria per allenarsi contro il DOC, quando si ricade nel problema, questo viene vissuto come un evento amplificato. Il modo migliore per fronteggiare tale situazione non è considerarla come un fallimento, bensì come un campanello d’allarme, ovvero come il segnale che spinge a notare che gli esercizi che si stanno facendo probabilmente non sono svolti al meglio nell’ultimo periodo. Dunque, dalla ricaduta è possibile cogliere l’occasione per ripartire ad eseguire regolarmente i propri esercizi quotidiani al fine di debellare un ospite così indesiderato come il DOC.
Un aspetto molto importante ai fini della buona riuscita del trattamento contro le ossessioni e le compulsioni è quello riguardante gli obiettivi che si vogliono raggiungere. L’aderenza alla realtà appare essere fondamentale, in quanto la gravità del disturbo varia a seconda di molteplici fattori e, di conseguenza, è importante riconoscere il livello del disturbo per poi porsi obiettivi raggiungibili. Qualora questo passaggio non dovesse essere svolto al meglio, si potrebbe andare incontro a forte frustrazione per il mancato raggiungimento dei propri propositi ed è quindi per questo che occorre calibrare bene la situazione iniziale, nel momento in cui si inizia un percorso terapeutico contro il disturbo ossessivo-compulsivo.
Infatti, per prima cosa è necessario mettere a fuoco le ossessioni e le compulsioni per farne un’analisi dettagliata. Ciò si concretizza nell’individuazione degli stimoli che attivano pensieri, sentimenti e reazioni corporee intrusive. Successivamente, invece, è bene soffermarsi sui fattori di protezione e di difesa che si hanno a disposizione contro il DOC. Riflettere su questi aspetti può essere utile per capire il livello di incidenza del problema nella propria vita quotidiana, le reali risorse a cui aggrapparsi e le migliorie da poter cogliere agendo sul DOC.
Al fine di guidare il più possibile verso una buona auto-analisi del problema, qui sotto è possibile trovare una tabella da completare con le informazioni personali richieste: le caratteristiche del proprio disturbo, le proprie qualità, le proprie capacità e gli hobby e i fattori di protezione e difesa a cui si pensa di poter fare affidamento.
Questo strumento potrà aiutare nella conoscenza del proprio disturbo ossessivo-compulsivo, permettendo di capire con che tipo di difficoltà si ha a che fare, ma se il tuo obiettivo è quello di iniziare un percorso ad hoc per poter attuare un programma adatto per alleviare la sofferenza derivante dal DOC, allora contattami per prendere un appuntamento con me.
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.