Il fenomeno del bullismo sta, purtroppo, diventando sempre più diffuso e risulta fondamentali riconoscere il prima possibile tutti quei segnali che si manifestano in famiglia e possono aiutare a fermare questo fenomeno nei confronti dei propri figli.
Quali sono i comportamenti a cui dover prestare attenzione?
È possibile che spesso il minore vittima di atti di bullismo da parte dei compagni trova delle difficoltà nel parlare con i genitori per diversi motivi: primo fra tutti la paura che essi possano aggravare la situazioni in cui lui si trova, magari andando a parlare con i propri professori o con il dirigente scolastico oppure vuole evitare di farli soffrire o ha vergogna di raccontare quanto gli accade. La speranza di fondo per questi ragazzi è che la situazione si risolva da sola.
Qualora la relazione genitori-figlio avesse una buona qualità potrebbe avere un ruolo fondamentale nell’offrire la possibilità di non sentirsi soli e riuscire ad affrontare la situazione trovando una soluzione definitiva.
Un genitore attento è in grado di rendersi conto, anche quando il figlio non parla apertamente, che c’è qualcosa che lo turba il figlio. Alcuni esempi di campanelli d’allarme che lo riguardano possono essere:
- Maggiore agitazione e preoccupazione;
- Tentativi dii ritardare l’orario dell’entrata a scuola;
- Sintomatologia fisica: mal di mal di testa o mal di pancia, dolori che scompaiono durante le vacanze;
- Tornare a casa con ematomi in diverse parti del corpo o con libri o quaderni stracciati;
- Ricezione di telefonate o di messaggi che lo rendono ansioso e dopo i quali si chiude in se stesso;
- Scoppiare in pianti improvvisi;
- Non essere mai invitato dai compagni ad uscire;
- Calo nel rendimento scolastico;
- Essere evasivo circa le domande inerenti il proprio umore;
- Mettere in atto degli agiti di regressione, cioè inizia a comportarsi come un bambino più piccolo dell’età che ha e ciò per attirare l’attenzione delle figure di riferimento;
- Possibile uso di alcol o di droga.
Cosa fare individuati questi comportamenti?
Una volta osservati è importante non far sentire solo il minore in questa situazione né tanto meno impotente, è invece opportuno che il genitore faccia in modo di trovare la forma di comunicazione migliore per poi arrivare a condividere insieme il problema.
Inoltre, i genitori devono cercare di creare un’unica forza attiva insieme alla scuola per risolvere il fenomeno che vede protagonista l’intero gruppo classe ed è dentro a questo che il minore forma il suo bagaglio educativo e dove inizierà a sviluppare la sua personalità.
Il supporto psicologico è importante per i ragazzi che sono stati vittime di bullismo in quanto li aiuta a recuperare un’adeguata autostima, a migliorare l’assertività e a sentirsi più efficaci e attivi nelle situazioni in cui prima sperimentavano pericolo o insicurezza. Il ragazzo deve sentirsi in grado di poter fronteggiare gli eventi negativi e stressanti, deve saper di poter chiedere aiuto e confidare di trovarlo. Nel percorso psicologico vengono insegnate ai ragazzi vere e proprie strategie per affrontare le situazioni in cui sperimentano intenso disagio e timore di non farcela.
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.